domenica 4 aprile 2021

Yes Day

Miguel Arteta 

In un fumetto disneyano del geniale Carl Barks, Paperino si lascia convincere da uno psicologo che è troppo severo con Qui, Quo, Qua. Bisogna prenderli con la dolcezza! Convinto, passa all'indulgenza più permissiva – col risultato che i pestiferi fratellini non solo lo rovinano con le loro pretese ma diventano dei Paperoni in miniatura pieni di avidità.
Questo magistrale sberleffo a Jean-Jacques Rousseau e a tutte le pedagogie buoniste ha un'arguzia che manca all'innocua commedia familiare Yes Day, interpretata da Jennifer Garner (anche produttrice) ed Edgar Ramirez nella parte dei genitori. Jennifer Garner è disperata perché i tre figli la considerano una madre troppo severa: un video realizzato dal figlio di mezzo (è uno dei tocchi divertenti del film) la paragona a Stalin e Mussolini. Il marito, con logica molto maschile invero, preferisce lasciare a lei la parte del “poliziotto cattivo”. I due si lasciano convincere a provare lo “Yes Day”, nel quale dovranno dire di sì a tutte le richieste dei figli che non siano suicide (esiste davvero negli States!). Seguono guai a valanga.
Un paio di episodi sono una noia (in particolare quello del gioco a squadre) ma in generale Yes Day si lascia guardare, purché non si abbiano troppe pretese. Il suo umorismo tenue e zuccheroso trova qua e là un paio di dettagli simpatici. Il film si dà una mossa nella parte finale, in cui la simpatia naturale dei bambini ha buon gioco quando una scatenata festa infantile devasta la casa.
E' chiaro fin dai titoli di testa che tutto è destinato a concludersi col “volemose bene”. Uno penserebbe che alla presa di coscienza finale (per cui tutti concordano che i genitori devono dire anche dei no) si poteva arrivare pure senza la meccanicità del “Yes Day”. Già, ma allora come si girava il film?


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