giovedì 30 marzo 2023

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Edward Berger

Ha vinto un Oscar “pesante” (miglior film internazionale, ex miglior film in lingua straniera) e tre più tecnici (fotografia, scenografia, colonna sonora); ma considerando che era (assurdamente) candidato a nove premi, fra cui miglior film in assoluto, il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger, visibile su Netflix, è uscito chiaramente sconfitto.
Il film è tratto dal famoso romanzo di Erich Maria Remarque, che aveva avuto nel 1930 una bellissima trascrizione di Lewis Milestone, All’Ovest niente di nuovo, le cui scene di combattimento hanno influenzato il Kubrick di Orizzonti di gloria: una grande fotografia di Arthur Edeson e un grande montaggio di Edgar Adams, che negli assalti incastra audacemente carrellate e inquadrature a camera fissa, campi lunghissimi e primissimi piani dei difensori che attendono alla mitragliatrice. Per inciso, c’è anche stato nel 1979 un film per la tv, star-ridden, di Delbert Mann.
Questa versione del 2022 è una cosa bizzarra. Per la maggior parte è un’onesta trascrizione del romanzo. Ha anche momenti notevoli, per esempio la comparsa in battaglia dei carri armati, visti come macchine spaventose dai soldati tedeschi nelle trincee. L’idea base del film è di legare, in montaggio parallelo, la fine del protagonista Paul e le trattative della Germania sconfitta per l’armistizio. Per farlo deve spostare la morte di Paul da ottobre a novembre 1918; ciò impedisce di cogliere l’amara ironia oggettiva del titolo, che è la frase di un bollettino di guerra: la morte di un uomo non è “niente” nel grande massacro.
Ma il difetto è altrove. A un certo punto, il film ha esaurito la traccia del romanzo senza raggiungere le due ore e mezza prescritte. Come allungare? Presi da improvvisa follia, gli sceneggiatori si mettono a inventare e inanellano una sciocchezza dietro l’altra, riscrivendo (male) degli episodi o ideandone di sana pianta, con la guerra privata di un generale – fino ad arrivare a una morte “avventurosa” di Paul dove non c’è la drammaticità del caso cieco che marca l’indimenticabile fine del romanzo. Erich Maria Remarque si rivolta nella tomba.

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