Quello
degli esorcisti è un sottogenere del film horror (il cui vertice
naturalmente si deve a William Friedkin) che contiene due aspetti di
particolare fascino. Il primo è l'aspetto esoterico del rituale; il
secondo è che ci consente di assistere alla comunicazione col
demonio. Non un mostro qualunque o uno svagato vampiro, ma l'essere
antichissimo ch'è considerato all'origine del male! Realtà o
superstizione che si consideri, questo nero fascino non fa stupire
che i demoni sottoposti ad esorcismo siano assai loquaci – non solo
nei film e nei romanzi ma anche nei resoconti storici. A Loudun nel
1634, per esempio, parlarono moltissimo (ovviamente è solo una
coincidenza che le loro dichiarazioni servissero perfettamente agli
interessi politici degli inquisitori).
Due
preti cattolici coreani devono praticare un esorcismo su una ragazza
posseduta in The Priests dell'esordiente Jang Jae-hyun, un
horror logico e deciso (e non privo di qualche bel tocco di umorismo
collaterale), che entrerà nella lista dei film migliori del
sottogenere. Lo è per la vivace descrizione del rituale – anche se
a rigore, da un punto di vista cattolico come quello postulato dal
racconto, esso è indubbiamente discutibile; però le sue bizzarrie
aggiungono un elemento di interesse.
Lo
è per i discorsi del demone attraverso la ragazza posseduta, dove la
sceneggiatura dello stesso regista è così brillante che quasi vien
voglia di considerarli migliori di quelli de L'esorcista (film
superiore a questo, non occorre dirlo). Il diavolo di The Priests
non solo spara insulti ma enuncia tutto il suo disprezzo per l'homo
sapiens (“Voi siete solo scimmie”) e la sua “fissa” dei
numeri esatti gli apporta un soddisfacente elemento di alienità.
Questa indemoniata ghignante (l'ottima Park So-dam) resterà nella
nostra memoria più di tanti suoi omologhi cinematografici.
Le
innovazioni del film rispetto al rituale romano si inseriscono
comunque in un quadro realistico (da notare le parti di dialogo in
italiano), con una descrizione vivace della Chiesa, delle sue
politiche (l'esorcismo è autorizzato di malavoglia su ordine di
Roma, ma ufficialmente la chiesa non ne sa niente) e delle sue
dinamiche interne: il prete che deve praticarlo è disprezzato dalle
gerarchie e al diacono suo assistente è chiesto di spiarlo in
segreto. Le buone interpretazioni (l'esorcista e il dicono sono
rispettivamente Kim Yung-seok e Kang Wong-don) danno forza al film.
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