Kamal Lazraq
Il
titolo originale in francese del film marocchino Noir Casablanca,
opera prima del regista e sceneggiatore Kamal Lazraq (di produzione
Francia-Marocco), è Les Meutes, ossia le mute di cani. L’analogia
fra uomini e cani – che appaiono nell’apertura e ritornano nel
finale – è sottesa a tutto il film, come metafora della miseria ma
anche di una sottomissione al destino (non sono i cani che scelgono
di battersi nei combattimenti per scommessa visti all’inizio) che
produce una sorta di dolorosa pietas che cala su tutto.
Il
film è la cronaca di una sera e una notte d'angoscia in cui il
piccolo criminale Hassan e suo figlio Issam, da lui coinvolto in un
rapimento finito male, si trovano alle prese con un cadavere da far
sparire. Più intelligente del padre, Issam è costretto ad aiutalo
per devozione filiale – ma lo giudica. La stretta focalizzazione
sui due crea un’inevitabile empatia. Gli uomini sono marionette
della fatalità, in un mondo dominato dalla continua invocazione a
Dio e da un impulso religioso parallelo alla terrestrità del
racconto (il cadavere dev’essere lavato e composto nel sudario). È,
il film, un correre frenetico da un luogo all’altro, con momenti da
incubo (l’assalto dei contadini), e da una persona all'altra, in
forti ritratti istantanei (citiamo solo il pescatore ubriaco Larbi,
nel passaggio più tragico). Se vogliamo trovare un corrispondente
occidentale, questo mix di tensione e disperazione potrebbe ricordare
la suspense angosciosa dei racconti (e dei film tratti da) Cornell
Woolrich. Quando arriva la vecchia auto rossa presa in prestito per
il “lavoretto”, Issam osserva scontento che il rosso porta
sfortuna. Anche al di là di questa superstizione, si osserva che
lungo il film, nell’abile fotografia di Amine Berrada, i volti sono
continuamente bagnati da una luce rossa di malaugurio, inquietante e
infernale.
Kamal
Lazraq ha usato interpreti non professionisti (nella vita
l’interprete di Hassan, Abdellatif
Masstouri, vende cibo di strada) e il film è stato girato in
sequenza per indirizzarli. Se tutti i visi hanno una loro evidenza
profonda (gli occhi del “cattivo” Jellouta in un momento di
disperazione!), in particolare quella dello sciocco e smarrito Hassan
è una maschera tragica indimenticabile.
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