sabato 22 giugno 2024

Fuga in Normandia

Oliver Parker

Fuga in Normandia di Oliver Parker è tratto da una storia vera. Il veterano della Royal Navy Bernie Jordan (Michael Caine), 89 anni, non è riuscito a trovare un posto nel viaggio collettivo in Normandia per le celebrazioni del settantesimo anniversario del D-Day, lo sbarco che sconfisse Hitler. Abbandona la casa di riposo dove sta con la moglie Rene (Glenda Jackson) – la complicità amorosa fra i due è l’aspetto più bello del film – e parte per fare, con successo, il viaggio da solo. Come tanti veterani, fra cui quello con cui fa amicizia nel viaggio, Bernie ha un dolore nascosto, relativo alla morte di un giovane soldato impaurito, che lui aveva appena rassicurato, durante lo sbarco; di questo dolore lo curerà, non il viaggio, ma le parole della saggia Rene al ritorno. L’impresa di Bernie suscita un clamore mediatico, che non gli fa perdere la testa; alla fine lo ritroviamo a tranquillo passeggio con la moglie – che sgonfia di nascosto le gomme a un gruppo di maleducati stronzetti ciclisti.
Lo spettatore non deve aspettarsi né la grandezza con un respiro simbolico del "viaggio del vegliardo" come in Una storia vera di David Lynch né la commozione del discorso sui reduci e i cimiteri di guerra come in Giardini di pietra di Francis Ford Coppola. La regia di Oliver Parker è corretta ma piatta; Fuga in Normandia è un onesto piccolo dramma, che rimarrà nella memoria per i due protagonisti al loro last bow (Glenda Jackson è morta pochi mesi dopo la fine delle riprese, Michael Caine si è ritirato dalle scene). È una gara fra due mostri sacri, con due stili recitativi a confronto. Glenda Jackson ha una recitazione conscia del pubblico, con piccoli tocchi mimici o mutamenti nell'inflessione di voce che entrano all’improvviso, come consapevole variazione. Michael Caine invece ha una recitazione minimalista, tutta trattenuta, dove l’elemento emotivo viene scatenato tramite un’espressività controllata e un’intensità degli occhi.
Inframmezzato da brevi flashback, tanto sullo sbarco quanto sul rapporto fra Bernie e Rene nel periodo bellico, Fuga in Normandia è naturalmente un film sulla guerra. In un momento in cui essa si riaffaccia in Europa, il film pone in risalto i due volti della guerra, la sua disastrosa ingiustizia (“Che spreco”, mormora Bernie nel cimitero di guerra) e la sua tragica necessità (“Merci, monsieur”, gli sussurra un'anziana signora francese per strada). C’è sempre un Hitler, o un Putin, da fermare. Ma soprattutto è un film sulla vecchiaia e sull’amore da vecchi; ed è qui che trova i suoi momenti di particolare umanità.

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