Oliver Parker
Fuga
in Normandia di Oliver Parker è tratto da una storia vera. Il
veterano della Royal Navy
Bernie Jordan (Michael
Caine), 89 anni, non è
riuscito a trovare un posto
nel viaggio collettivo in Normandia per le
celebrazioni del settantesimo
anniversario del D-Day, lo
sbarco che sconfisse Hitler.
Abbandona la casa di riposo
dove sta con la moglie Rene (Glenda Jackson) – la complicità
amorosa
fra i due è l’aspetto più bello del film – e
parte per fare, con successo,
il viaggio da solo. Come
tanti veterani, fra cui quello con cui fa amicizia nel viaggio,
Bernie ha un dolore nascosto,
relativo alla morte di un giovane soldato impaurito, che lui aveva
appena rassicurato, durante lo sbarco; di
questo dolore lo curerà, non il viaggio, ma le
parole della saggia Rene al
ritorno. L’impresa
di Bernie suscita un clamore
mediatico, che non
gli fa perdere la testa; alla fine lo ritroviamo a
tranquillo passeggio
con la moglie – che sgonfia
di nascosto le gomme a un gruppo di maleducati stronzetti ciclisti.
Lo
spettatore non deve aspettarsi né la grandezza con un respiro
simbolico del "viaggio del
vegliardo" come
in Una storia vera di David Lynch né la commozione del discorso sui
reduci e i cimiteri di guerra come in Giardini
di pietra di Francis Ford Coppola. La regia di Oliver Parker è
corretta ma
piatta; Fuga in Normandia è
un onesto piccolo dramma, che rimarrà
nella memoria per i due protagonisti al
loro last bow (Glenda Jackson è morta pochi mesi dopo la fine delle
riprese, Michael Caine si è ritirato dalle scene).
È
una gara fra due
mostri sacri, con due stili recitativi a confronto. Glenda Jackson ha
una recitazione conscia del pubblico, con piccoli tocchi mimici o
mutamenti nell'inflessione di voce che entrano all’improvviso, come
consapevole variazione.
Michael Caine invece
ha una recitazione minimalista, tutta trattenuta, dove l’elemento
emotivo viene scatenato tramite un’espressività controllata e
un’intensità degli occhi.
Inframmezzato
da brevi flashback, tanto
sullo sbarco
quanto
sul rapporto fra Bernie e Rene nel
periodo bellico,
Fuga in Normandia
è naturalmente un film sulla guerra. In un
momento in cui essa
si riaffaccia in Europa, il film pone in
risalto i due volti della
guerra, la sua disastrosa
ingiustizia (“Che spreco”,
mormora Bernie nel cimitero di guerra) e la sua
tragica
necessità (“Merci,
monsieur”, gli sussurra un'anziana signora francese per strada).
C’è sempre un Hitler, o un Putin, da fermare.
Ma soprattutto
è un film sulla vecchiaia e
sull’amore da vecchi; ed è
qui che trova
i suoi momenti
di particolare umanità.
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