James Marsh
Un
consiglio agli spettatori: prima di vedere il “biopic”
(film
biografico)
su Samuel Beckett “Prima
danza, poi pensa” di
James Marsh, conviene
guardarsi
su YouTube il cortometraggio
di 22 minuti “Film”
(1962),
scritto da Beckett e
interpretato dal vecchio
Buster Keaton. Mostra
in forma di strano
apologo il
suo mix di conoscenza del
dolore, bizzarra saggezza e
umorismo nero.
Perché?
Perché così davanti al film
di Marsh capiamo di
chi si parla.
Qual
è il compito d’un “biopic”
su un artista? Dare un'illustrazione della sua vita; portarci
(a
sommi tratti)
dentro la sua opera;
possibilmente, mostrare il
loro rapporto reciproco. Lo
sceneggiatore del presente film, Neil
Forsyth, ha scelto di
focalizzare il racconto sulla storia privata di Beckett, e questo è
legittimo; però manca completamente la seconda esigenza. Vediamo uno
scrittore malinconico e le donne della sua vita; ma per quel che il
film ci fa capire della sua opera, potrebbe essere chiunque.
Il suo
genio viene
asserito ma non
mostrato, salvo
citazioni inavvertibili e quattro
secondi quando guarda
la rappresentazione di una
sua pièce. Non a
caso il film inizia col
conferimento del Premio Nobel: sentir declamare
le motivazioni dà allo spettatore una direzione su che cosa deve
pensare.
Alla
cerimonia del Nobel Beckett entra in una specie di caverna e incontra
se stesso; discutendo con se stesso (coscienza? memoria?) per tutto
il tempo vede sfilare sotto gli occhi gli episodi della sua vita.
Questa trovata “artistica” piuttosto kitsch dialoga con il tono
medio, da film televisivo, degli episodi. Fra questi è interessante
quello su James Joyce (potenza dei nomi!) ma nel complesso non si va
oltre una convenzionalità ben recitata. Samuel Beckett come grande
drammaturgo e scrittore aspetta ancora il suo Godot cinematografico.
(Messaggero Veneto)
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