sabato 13 maggio 2023

Plan 75

Hayakawa Chie

E’ una tragica tradizione dell’antico Giappone, leggendaria ma non del tutto, l’ubasute: l’usanza di abbandonare i vecchi a morire volontariamente in zone isolate, in tempi di fame, perché non pesino sulla famiglia. Ne parla il famoso romanzo Narayama bushiko di Fukazawa Shichiro, portato sullo schermo prima da Kinoshita Keisuke in forme reminiscenti dell’astrazione del Kabuki e più tardi da Imamura Shohei in forma realistica.
Oggi il Giappone non conosce più carestie o guerre intestine, ma paradossalmente soffre di nuovo il problema della vecchiaia e del suo peso sulla popolazione. E’ uno dei paesi col maggior tasso di pensionati al mondo, il che rappresenta un grave peso sull'economia, con proteste dei contribuenti attivi (i quali presumibilmente sono convinti di godere dell’eterna giovinezza).
Plan 75 di Hayakawa Chie prende le mosse da questo problema sociale. La regista-sceneggiatrice ha sviluppato un suo episodio nell’antologico Ten Years Japan del 2018 per girare il presente film, distribuito in Italia dalla Tucker Film, ambientato in un Giappone distopico del prossimo futuro. Il governo ha lanciato il Plan 75, un programma di eutanasia volontaria per gli over 75 (e già si pensa di abbassare il limite a 65). Gli anziani che accettano il suicidio assistito ricevono consulenza e aiuto psicologico con una serie di conversazioni telefoniche, nonché una piccola “buonuscita” da spendere come vogliono. Il film è acutamente satirico sul modo in cui il governo “vende” il piano, con manifesti sorridenti e colorati, spot tv con una testimonial anziana, offerte come il “pacchetto di gruppo” per cremazione e sepoltura. C’è una vera accuratezza nella descrizione in ogni dettaglio dell’organizzazione del Plan 75, che fa venire in mente un grande autore di fantascienza satirica oggi dimenticato quale Robert Sheckley.
Il film non è però una satira in senso stretto; sceglie la via del realismo psicologico, seguendo con adesione le vicende incrociate di alcune persone: Michi, una donna di 78 anni che decide di aderire al programma (interpretata dalla grande attrice Baisho Chieko, che ha appena ricevuto il premio alla carriera al Far East Film Festival 2023); un giovane che si occupa della procedura di suicidio di un anziano e scopre che è un suo zio allontanatosi dalla famiglia; un’immigrata filippina che lavora allo smistamento degli oggetti trovati addosso ai morti – ove è chiaro il paragone implicito con il nazismo.
Il film parte da un dato di fatto molto attuale e presente, che è la perdita di senso dell'anziano nella società contemporanea. Da un lato viene a mancare il rispetto tradizionale che lo circondava (la cortesia con cui è trattata Michi nell’ambito del Plan 75 ha piuttosto qualcosa di commerciale); dall’altro l’anziano stesso non trova posto nella grande macchina, come mostrano alcune scene di Baisho Chieko. In questo senso, l’“essere fuori posto” della vecchia Michi è ancora più impressionante dell’invenzione del Plan 75: l’arco inventivo si tende dalla speculazione futuristica a sfondo satirico fino ad incontrare la pura descrizione della realtà concreta.
La regia di Hayakawa Chie, al suo primo lungometraggio, non ha grandi guizzi, appare perfino un po’ scolastica, ma ciò può essere attribuito a una scelta di ritegno adeguato all’argomento; e infatti ha un innalzamento emotivo nel bel finale aperto. La fotografia di Urata Hideho crea un mondo grigio e crepuscolare che pesa anche sui momenti di allegria di un gruppo di anziani destinato a disperdersi. In conclusione, il film sa contemperare assai bene l’aspetto speculativo su un cupo futuro e quello sull’interiorità dei personaggi, in particolare della protagonista, raggiungendo un effetto non solo di drammaticità ma anche di veridicità.

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