Xu Ang
Chi
non si è commosso con la storia di Hachiko, il cane più fedele del
mondo, la cui statua si può vedere a Shibuya a Tokyo, che per tutta
la vita aspetta alla stazione il suo padrone defunto? Storia
raccontata nel film americano con Richard Gere, e prima ancora nel
film giapponese scritto da Shindo Kaneto Hachiko Monogatari. Nel
remake cinese diretto da Xu Ang, visto al Far East Film Festival di Udine, il cane si chiama Batong (come per
Hachiko, il nome allude al numero otto, qui una tessera del mahjong).
Questo
nuovo Hachiko è un film dichiaratamente popolare e apertamente
commovente, ben interpretato dal famoso regista Feng Xiaogang e da
Joan Chen, nonché “dai” Batong: una schiera di cani somiglianti
(appaiono insieme in una foto nei titoli di coda) nel ruolo del cane
nei vari stadi della sua vita; naturalmente Xu Ang usa l’effetto
Kulešov ai fini del racconto, ma sobriamente, senza umanizzare. I
protagonisti umani sono un professore che non sa farsi valere nella
carriera (proverbio cinese che sentiamo nel film: “I ragazzi timidi
non beccano dolci”) e sua moglie, apparentemente dura; l’affetto
del professore per il cucciolo trovato in viaggio e portato a casa ha
qualcosa della compensazione, anche se nel film non ci sono
autentiche amarezze familiari. Il film, che gode di un ottimo
montaggio, è ambientato a Chongqing e lo sfondo narrativo, molto
interessante, racconta la modernizzazione della Cina.
(Messaggero
Veneto)
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