domenica 9 aprile 2023

L'uomo senza colpa

Ivan Gergolet

Partiamo dalla fine: dopo la conclusione de L’uomo senza colpa di Ivan Gergolet alcune didascalie ricordano i disastri dell’amianto, con 100.000 morti ogni anno e 125 milioni di persone esposte all’amianto sul luogo di lavoro. Una caratteristica positiva di questo film di fiction sull’amianto a Monfalcone è di aver evitato la via più ovvia e facile, quella del tradizionale dramma didattico; invece introduce nelle coscienze degli spettatori il tema per via indiretta, e quindi tanto più efficace, creando un dramma di caratteri con un sospetto di thriller.
Angela è un’infermiera vedova: il marito è fra le vittime dell’amianto, come il marito della sua migliore amica e poi l’amica, Elena, stessa. Il colpevole agli occhi di tutti è il ricco costruttore Gorian, che sapeva e ha taciuto. Ora Gorian ha avuto un ictus: è muto e paralizzato. Su invito del figlio Enrico (che viveva lontano ed è all’oscuro di tutto) Angela accetta di fare la badante di Gorian a casa sua. Vuole vendicarsi? Il mistero delle motivazioni si trasforma nell'intrico dei sentimenti.
Una sceneggiatura non sempre agile viene vivificata da una buona regia: sebbene questo sia il suo primo lungometraggio di fiction, il monfalconese Gergolet ha già una lunga carriera al suo attivo (ricordiamo il bel film documentario Dancing with Maria). Fin dall'incubo iniziale, seguito dalle inquadrature perpendicolari sul pavimento dell’ospedale, nella notevole fotografia di Debora Vizzi, c’è un elemento leggermente surreale che attraversa il film. Da elogiare in particolare le interpretazioni di Valentina Carnelutti (Angela) e Rossana Mortara (Elena), nonché quella del bravissimo Branko Završan (il paralizzato Gorian) che per tutto il film recita quasi solo con gli occhi, e nondimeno tratteggia una figura davvero potente.


(Messaggero Veneto)

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