sabato 26 febbraio 2022

Uncharted

Ruben Fleischer

L’ipotesi che in certi antichi oggetti o edifici sia celato un codice è una delle fantasie più suggestive della fiction d’avventura: questo perché al valore intrinseco dato dalla patina del passato se ne sovrappone un altro, di tipo enigmistico e di scoperta. Uno degli esempi canonici è il dittico National Treasure con Nicolas Cage, ma gli italiani di una certa età non dimenticano il mitico sceneggiato tv Il segno del comando; e Dan Brown ci ha fatto soldi a palate con i suoi romanzi e i relativi film.
Facendoci sobbalzare subito con uno dei più sfacciati inizi in medias res che ricordiamo di aver visto, il film d’azione Uncharted di Ruben Fleischer si muove su questa linea, celebrando le avventure dei ladri-archeologi Nate (Tom Holland) e Sully (Mark Wahlberg) che saltabeccano tra gli Usa, la Spagna e le Filippine alla ricerca del favoloso tesoro perduto di Magellano. Naturalmente, come da manuale d’ogni caccia al tesoro, la regola è: non puoi fidarti di nessuno. In aggiunta ai titoli citati, altri riferimenti possono essere Indiana Jones (inarrivabile, certo) e Tomb Raider; al pari di quest'ultimo, Uncharted è tratto liberamente da un videogioco – lo mostra anche lo stile – ed è in prospettiva il primo di una serie, come promettono due scene inserite nei titoli di coda.
Il film non sarà originalissimo ma è ben raccontato, con un ritmo veloce e piacevole che culmina – senza fare spoiler – con un climax delirante che fonde l'elemento tecnologico con quello piratesco, ieri e oggi, il legno e il metallo. Al suo attivo ha un elemento di levità, una leggerezza spiritosa, un po’ come quella dei vecchi James Bond con Roger Moore. Così il regista Ruben Fleischer, già autore del divertente film di zombi Benvenuti a Zombieland, firma un’opera francamente godibile.

Messaggero Veneto


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