venerdì 18 febbraio 2022

El Páramo - Terrore invisibile

David Casademunt

Cupa riflessione sull’isolamento e la solitudine, l'horror spagnolo El Páramo – Terrore invisibile di David Casademunt (su Netflix) si svolge potremmo dire in una situazione “post-atomica”, anche se siamo nella Spagna del XIX secolo in preda alla guerra civile. Una famiglia composta di padre, madre e figlio bambino vive in una fattoria isolata in una landa deserta (páramo). Come in un film di Shyamalan, è centrale il concetto di spazio e di confine: c’è una zona davanti all'edificio dove ci si può muovere e c’è una linea invisibile, segnata da inquietanti pali, oltre la quale non si deve andare. C’è una sensazione onnipresente di minaccia; quando di notte il bambino deve andare alla latrina esterna il padre lo accompagna armato di fucile. La fotografia di Isaac Vila incrocia campi lunghissimi con la fattoria nella pianura e inquadrature raccolte e (in seguito) claustrofobiche dell’interno della casa. L’uso evocativo dei vecchi oggetti crea quella dimensione di “horror antiquario” di cui è maestro in Italia Pupi Avati.
Anche se ama raccontare fiabe nere, la madre protesta quando il padre racconta al piccolo Diego la leggenda della bestia malefica”, una creatura altissima con occhi vuoti che ti spia da lontano, e più la temi, più si avvicina; Se alimenta de nuestro miedo”, si nutre della nostra paura (il film è più efficace nell’originale spagnolo sottotitolato). Il ritrovamento di un uomo ferito che poi si suicida dà concretezza a quest'atmosfera macabra. Il padre decide di partire a cavallo per riportare il corpo alla sua famiglia, e la madre e il bambino rimangono soli. Presto la madre afferma di vedere qualcosa in agguato. Mentre la sua salute mentale comincia visibilmente a declinare, si crea quella sindrome dell’assedio che l’horror contemporaneo ha esplorato in maniera ossessiva.
El Páramo è un horror psicologico e allusivo, che si muove nella dimensione dell’ambiguità. Il palo che segnava il confine è ritrovato contro la porta dopo una tempesta; è stato trascinato dall’uragano? E cosa è successo veramente quando la madre ha sparato a qualcosa sulla porta? L'entità maligna che assedia la casa non si vede, si manifesta con rumori e segni (il filo tirato bruscamente), e soprattutto si confonde con gli orrori interiori della mente, l’illusione e la pazzia.
Al fondo, questo film si rivela un tetro racconto di formazione: sempre protetto dalla madre, il piccolo Diego rifiuta di cominciare a farsi uomo (lo mostra il suo terrore nei riguardi delle armi), è un debole in una situazione in cui bisogna essere forti – e poi, come capita nella vita, dovrà crescere improvvisamente nel modo più duro.


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