Adam McKay
Arriva la cometa, e non
è quella di Natale. Gli astronomi Jennifer Lawrence e Leonardo
DiCaprio scoprono una nuova cometa che punta dritta sulla Terra;
l'impatto causerebbe l'estinzione dell'umanità. La
Presidente degli USA (Meryl Streep), una politicante incompetente,
dapprima sottovaluta il problema; quando lo capisce, ci
si mette di mezzo il mondo degli affari. I social fanno del loro
peggio e il Paese si divide tra chi si preoccupa e chi nega
l'evidenza scientifica (ricorda qualcosa?)
Don't Look Up di
Adam McKay è una satira sulla stupidità del mondo contemporaneo,
America in primis, senz'altro divertente, con una parata di grandi
star. Tuttavia l'impressione è che annacqui una bellissima idea con
uno svolgimento non all'altezza delle sue possibilità. Il
modello definitivo per questo tipo di “satira da fine del mondo”
è Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick col suo mix di
commedia esilarante, satira abrasiva e tensione; qui, mentre
l'elemento commedia va a intermittenza, la satira è
giustamente grottesca ma non così graffiante. Non per nulla il
migliore in campo è Mark Rylance che offre l'interpretazione più
rifinita, come genio affarista autistico uscito da Silicon Valley
(una presa per i fondelli di Elon Musk).
L'idea geniale alla
Jonathan Swift per cui si formano due partiti, quello dei “guardatori
in su” e quello dei “non guardatori in su” (in inglese è meno
complicato) avrebbe dovuto costituire un intero capitolo del film,
per la sua rilevanza satirica. Del resto, di qui viene il titolo.
Invece Don't Look Up lo usa brevemente, quasi una pennellata di
“colore locale”. Ciò è nelle caratteristiche di questo film,
che si dilunga dove potrebbe stringere e stringe dove potrebbe
dilungarsi. Comunque (senza spoiler) la parte conclusiva, più
decisa, è assai buona.
(Messaggero Veneto)
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