Juho Kuosmanen
“Solo
certi lati di noi toccheranno solo certi lati degli altri”. Per
modo di dire, questa frase campeggia in esergo al notevole
Scompartimento N° 6
di Juho Kuosmanen: in realtà la sentiamo all'inizio del film in una
gara di citazioni di cui bisogna indovinare l'autore, e viene
attribuita ad Anna Achmatova (in effetti, ci sta) – ma è Marilyn
Monroe.
E' quello che succede
nel lungo viaggio di Laura, una ragazza finlandese, in treno da Mosca
a Murmansk, dove va per vedere dei petroglifi vecchi di 10.000 anni.
Un tema ritornante del film è la necessità di conoscere il passato
come via per capire il presente; non per nulla Laura studia
archeologia; anche il furto della sua telecamera la sconvolge perché
è un furto del passato che c'era dentro. Tanto più che Laura è in
via di separazione dalla sua amante Irina, che doveva fare il viaggio
con lei e poi ha rinunciato – di qui la sua angoscia trattenuta. E'
molto interessante che i petroglifi, fortunosamente raggiunti, alla
fine non siano enunciati.
Laura deve dividere lo
scompartimento con Lëha, un operaio russo incolto e a prima vista
insopportabile, amico della vodka, forse un ladro, che usa il mat',
il linguaggio osceno dei bassifondi. Siamo nella Russia dei primi
anni Ottanta, che tiene ancora molto (vedi la figura della capotreno)
della vecchia URSS. In questo viaggio i due, splendidamente
interpretati da Seidi Haarla e
Jurij Borisov, sono come prigionieri assieme nel caotico mondo
del treno (indimenticabili dettagli “d'epoca” come il rotolo di
carte igienica da usare come kleenex o il bicchiere di cerchi di
plastica che rientrano uno nell'altro); però le lunghe soste, che
consentono evasioni in città, e alcune sorprese, permettono loro di
scoprire (Monroe dixit) qualche lato in più. Nasce un
rapporto molto particolare, e bene espresso, in bilico fra l'amicizia
e l'amore.
Poiché il film è
focalizzato su Laura, sappiamo più di lei che del suo compagno; ma
molto è comunque sotteso, affidato all'impressionismo di una
macchina da presa che la segue da vicino e “risucchia” le sue
emozioni. C'è in questo film finlandese-russo una grande sicurezza
narrativa e un attentissimo senso del particolare, con una splendida
descrizione di atmosfere, comportamenti e oggetti, tanto da poterlo
definire un piccolo saggio sulla Russia. Memorabile la figura della
vecchia insegnante di statistica con la sua concezione delle donne!
E' un'avventura
sentimentale intessuta di uno humour sottile; la conclusione aperta
non ci dice se “dopo” ci sarà un amore fra Laura e Lëha o se la
loro amicizia continuerà o se si saranno solo incrociati come navi nella
notte. Ma siamo diventati così intimi con loro in questo viaggio che
vorremmo augurar loro tutto il meglio possibile.
1 commento:
Caro Place, penso che la conclusone narrativa sia amara:i due rientreranno prigionieri nel loro momdo concentrazionario.
Flavio, l'ottimista
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