sabato 11 dicembre 2021

Scompartimento N° 6

Juho Kuosmanen

Solo certi lati di noi toccheranno solo certi lati degli altri”. Per modo di dire, questa frase campeggia in esergo al notevole Scompartimento N° 6 di Juho Kuosmanen: in realtà la sentiamo all'inizio del film in una gara di citazioni di cui bisogna indovinare l'autore, e viene attribuita ad Anna Achmatova (in effetti, ci sta) – ma è Marilyn Monroe.
E' quello che succede nel lungo viaggio di Laura, una ragazza finlandese, in treno da Mosca a Murmansk, dove va per vedere dei petroglifi vecchi di 10.000 anni. Un tema ritornante del film è la necessità di conoscere il passato come via per capire il presente; non per nulla Laura studia archeologia; anche il furto della sua telecamera la sconvolge perché è un furto del passato che c'era dentro. Tanto più che Laura è in via di separazione dalla sua amante Irina, che doveva fare il viaggio con lei e poi ha rinunciato – di qui la sua angoscia trattenuta. E' molto interessante che i petroglifi, fortunosamente raggiunti, alla fine non siano enunciati.
Laura deve dividere lo scompartimento con Lëha, un operaio russo incolto e a prima vista insopportabile, amico della vodka, forse un ladro, che usa il mat', il linguaggio osceno dei bassifondi. Siamo nella Russia dei primi anni Ottanta, che tiene ancora molto (vedi la figura della capotreno) della vecchia URSS. In questo viaggio i due, splendidamente interpretati da Seidi Haarla e Jurij Borisov, sono come prigionieri assieme nel caotico mondo del treno (indimenticabili dettagli “d'epoca” come il rotolo di carte igienica da usare come kleenex o il bicchiere di cerchi di plastica che rientrano uno nell'altro); però le lunghe soste, che consentono evasioni in città, e alcune sorprese, permettono loro di scoprire (Monroe dixit) qualche lato in più. Nasce un rapporto molto particolare, e bene espresso, in bilico fra l'amicizia e l'amore.
Poiché il film è focalizzato su Laura, sappiamo più di lei che del suo compagno; ma molto è comunque sotteso, affidato all'impressionismo di una macchina da presa che la segue da vicino e “risucchia” le sue emozioni. C'è in questo film finlandese-russo una grande sicurezza narrativa e un attentissimo senso del particolare, con una splendida descrizione di atmosfere, comportamenti e oggetti, tanto da poterlo definire un piccolo saggio sulla Russia. Memorabile la figura della vecchia insegnante di statistica con la sua concezione delle donne!
E' un'avventura sentimentale intessuta di uno humour sottile; la conclusione aperta non ci dice se “dopo” ci sarà un amore fra Laura e Lëha o se la loro amicizia continuerà o se si saranno solo incrociati come navi nella notte. Ma siamo diventati così intimi con loro in questo viaggio che vorremmo augurar loro tutto il meglio possibile.

1 commento:

Unknown ha detto...

Caro Place, penso che la conclusone narrativa sia amara:i due rientreranno prigionieri nel loro momdo concentrazionario.
Flavio, l'ottimista