Siccome in questo
periodo molti staranno andando a frugare fra i vecchi gialli, ecco il
momento adatto per rileggere Edmund Crispin. Crispin (Robert Bruce
Montgomery, 1921-1978) era un raffinato scrittore e poeta (Il
negozio fantasma è dedicato al suo amico Philip Larkin), nonché
compositore. I suoi gialli affascinanti e inglesissimi si possono
definire enigmi alla John Dickson Carr pervasi di uno humour alla
Wodehouse. Crispin scrive con aerea leggerezza ed è il più colto
dei giallisti inglesi, assieme naturalmente a Dorothy Sayers; i suoi
gialli sono pieni di riferimenti letterari e musicali, con gustosi
tocchi metanarrativi. Non per nulla il suo investigatore Gervase Fen
è professore di letteratura a Oxford. Proprio nella (ex) patria
della cultura britannica è ambientato più d'un romanzo. Se il
primo, il piacevolissimo, Il negozio fantasma, vira un po' sul
farsesco, lo splendido La mosca dorata è un capolavoro. Ma
come non menzionare anche Il canto del cigno, ambientato nel
mondo dell'opera lirica, o Il diavolo nella cattedrale (Holy
Disorders), che si svolge nel milieu del clero, o quella
deliziosa satira della politica che è Ritornello di morte, o
Il manoscritto perduto, in cui rispunta la famosa possibile
commedia perduta di Shakespeare, Love's Labour's Won? E' ne La
mosca dorata che Gervase Fen esprime la memorabile
opinione che i gialli sono l'unica forma di narrativa che continua la
grande tradizione del romanzo inglese.
venerdì 27 marzo 2020
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