venerdì 27 marzo 2020

Rileggere Edmund Crispin



Siccome in questo periodo molti staranno andando a frugare fra i vecchi gialli, ecco il momento adatto per rileggere Edmund Crispin. Crispin (Robert Bruce Montgomery, 1921-1978) era un raffinato scrittore e poeta (Il negozio fantasma è dedicato al suo amico Philip Larkin), nonché compositore. I suoi gialli affascinanti e inglesissimi si possono definire enigmi alla John Dickson Carr pervasi di uno humour alla Wodehouse. Crispin scrive con aerea leggerezza ed è il più colto dei giallisti inglesi, assieme naturalmente a Dorothy Sayers; i suoi gialli sono pieni di riferimenti letterari e musicali, con gustosi tocchi metanarrativi. Non per nulla il suo investigatore Gervase Fen è professore di letteratura a Oxford. Proprio nella (ex) patria della cultura britannica è ambientato più d'un romanzo. Se il primo, il piacevolissimo, Il negozio fantasma, vira un po' sul farsesco, lo splendido La mosca dorata è un capolavoro. Ma come non menzionare anche Il canto del cigno, ambientato nel mondo dell'opera lirica, o Il diavolo nella cattedrale (Holy Disorders), che si svolge nel milieu del clero, o quella deliziosa satira della politica che è Ritornello di morte, o Il manoscritto perduto, in cui rispunta la famosa possibile commedia perduta di Shakespeare, Love's Labour's Won? E' ne La mosca dorata che Gervase Fen esprime la memorabile opinione che i gialli sono l'unica forma di narrativa che continua la grande tradizione del romanzo inglese.

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