Il titolo è un
gioco di parole “horrorcinefilo”, che si può tradurre, nella
stessa vena, come Il piano sequenza dei morti viventi.
All'inizio del film di Ueda Shinichiro vediamo girare un film di
zombi in una location povera, con una produzione indipendente
ridotta all'osso; ed ecco che i membri della troupe diventano a uno a
uno zombi autentici (una leggenda urbana dice che quel luogo è
maledetto). Solita serie di fughe dei sopravvissuti, perseguitati
dagli zombi nonché dal regista, che è impazzito e li filma felice
(“Action!”). Ma tutto appare pieno di errori, cose
incomprensibili, assurdi tempi morti – e lo spettatore ovviamente
attribuisce ciò a una mediocrità di realizzazione. E poi, sarà
dopo 20 minuti, il film finisce! Vediamo scorrere i credits!
Quindi una
didascalia ci porta a un mese prima. Il regista è stato contrattato
per girare un film tv di zombi in diretta in piano sequenza, dal
titolo One Cut of the Dead. Quello che abbiamo visto è
il suo lavoro, e il resto del film riprende da capo mostrandoci come
è stato realizzato. Un'avventura divertente, perché sono successi
un mucchio di incidenti: essendo in piano sequenza e in diretta, la
ripresa non può essere interrotta per aggiustare errori. Così, per
esempio, quelli che ci parevano tempi morti lo sono, ma derivano dal
fatto che gli attori sono costretti a improvvisare per guadagnare
tempo mentre gli altri cercano di sistemare un guaio, magari
modificando il copione. O certe battute o azioni di cui non si capiva
il senso nel film-nel-film erano frutto di incidenti autentici, come
un attacco di diarrea. Insomma, tutto quello di strano che era
successo nel film-nel-film viene giustificato e ridefinito sul piano
diegetico. Il concetto è molto intelligente, e contiene fra l'altro
un vero gioiello: l'analogia (chi ci aveva mai pensato?) fra il modo
di camminare e di mugolare degli zombi e quello degli ubriachi.
Così si crea una
specie di vertigine segnica: un film di zombi diventa un film di
zombi ma in realtà si sta girando un film di zombi. Una meta-zombie
comedy, in una parola.
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