Piccola recensione
super-spoilerante, per cui – avviso – può leggerla solo chi
abbia già visto il film.
Non
è solo il titolo (né evidentemente l'ambientazione nel
sottoproletariato romano) a collegare Brutti e cattivi
di Cosimo Gomez a quel Brutti,sporchi e cattivi
che probabilmente è il miglior film di Ettore Scola. Li accomuna un
cinismo radicale, che Scola declinava con una sorta di compiaciuto
anti-neorealismo, Gomez con un più leggero gusto cinefilo. Ma in
ogni caso è benvenuto, quasi un sorso d'acqua nel deserto, nel
panorama buonista e politically correct del
cinema italiano. Il che poi non è per dire che in un film non
buonista non esistano i buoni; qui ce n'è una (forse una e mezzo);
ma appunto, fra il buonismo e la bontà corre sempre un abisso.
E',
quello dell'esordiente Cosimo Gomez, un film estremamente divertente;
certamente è troppo lungo per il suo stesso bene, a volte è
prevedibile, ma più spesso no (le morti improvvise dei
protagonisti); e possiede un tono rinfrescante di bizzarria
nell'usare come protagonisti di una storia di rapina e tradimento una
banda di freaks.
E'
un comico dramma barocco e ghignante di farabutti del sottobosco
romano: il mendicante senza gambe Papero, il suo collega che per la
velocità a muoversi sul carrettino è soprannominato Senna, il
ripugnante tossico Armani Giorgio detto Il Merda, il nano
scassinatore detto Plissé... “Oh! Vedete che bei nomi, da
serbarceli con tanta cura” (Manzoni).
E
soprattutto, la figura più sorprendente e perversamente sexy, la
bellissima Ballerina, che è nata senza braccia, e fa tutto, come
truccarsi, bere, guidare l'auto, con i piedi. La sua danza del ventre
senza braccia non si dimentica! L'interprete è una eccezionale Sara
Serraiocco. Qui ovviamente si evoca l'ombra di Lon Chaney senior, The
Unknown,
di Tod Browning, 1927. Lon Chaney aveva interpretato la parte con le
braccia legate dietro la schiena, il che gli procurava dolorosissimi
effetti di circolazione. Anche Sara Serraiocco ha lavorato con le
braccia legate dietro la schiena, ma la CGI ci avrà messo lo
zampino; comunque l'effetto è assolutamente stupefacente.
Papero
ha un complesso piano per un furto milionario, ma le cose vanno
disastrosamente storte, non solo per l'irridente malvagità del
destino (“Rubare alla mafia è un suicidio”, diceva il titolo
italiano di un vecchio film, e con la mafia cinese è anche peggio)
ma per quella propensione al tradimento che il film assume come
comportamento naturale dell'essere umano. C'è una cattiveria
cattivissima, e a suo modo rinfrescante (vide supra),
in tutto lo svolgimento. Alla quale si collega con una sorta di
consequenzialità l'inganno agli spettatori: il racconto sembra
focalizzato su Papero, con tanto di voce over, ma il salto alla
narrazione onnisciente è ironicamente usato per farci credere che
sia morto dopo il primo tradimento (“Che brutta fine che ho
fatto”)... primo di una serie di tradimenti e rovesciamenti a
catena. Il film ha davvero qualcosa del folle umorismo tarantiniano.
Parlando di cattiveria,
non possiamo non menzionare la pagina della festa di Halloween in
parrocchia – dove si chiede anche “un'offerta per Sant'Halloween”
– con il ballo degli handicappati. Tod Browning trasferito in
commedia? Non bisogna esagerare, Gomez non è Browning, ma certo la
sua sfacciataggine è gustosa.
Anche
a parte Chaney e Browning, spiritosi accenni cinefili costellano
tutto il film. “Guarda... pare Frodo”, mormora ammirato Papero
davanti al nano al lavoro su una cassaforte: e via così,
dall'incontro omicida dei due incongrui Freddy Krueger alla festa
mascherata (e il primo uccide il secondo col guanto-artiglio!) alla
vittima che muore mormorando “Rosabella”, da un possibile
ricordo della Skeketon Dance
di Walt Disney all'inseguimento del nano travestito con musica da
western italiano, dalla parodia dei film di gangster hongkonghesi (i
figli scemi e litigiosi del boss, il discorso implorante di Ballerina
in cinese) fino agli imprevisti momenti splatter
come la pagina comicamente eccessiva dell'“operazione”.
Al
di là della comicità sfrenata, questa dark comedy
è un film del corpo. E proviamo una riluttante simpatia per i suoi
mostruosi interpreti (compensati sul piano morale dall'angelica
prostituta negra Perla). E' la classica condizione ironica, dove il
personaggio è più in basso dello spettatore. E il divertimento non
è poco.
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