giovedì 21 settembre 2017

La fine del Rat-Man


Non ero così dispiaciuto, sul piano del fumetto, da quando nel lontano 1985 ha chiuso “Zora” (la vampira). Con il numero 122 si è concluso “Rat-Man” di Leo Ortolani.
Questa superba epopea dell'esagerazione comica (e della parodia: i suoi rifacimenti cinematografici e fumettistici ci hanno accompagnato negli anni) aveva tanti motivi di attrazione ma qui ne cito solo uno: la capacità geniale dell'anticlimax, la battuta conclusiva che rovescia (e degrada) un discorso. Gli anticlimax di Leo Ortolani sono belli quanto quelli di Woody Allen, e so benissimo che non è un complimento da poco.
Si capisce che dopo 20 anni Ortolani voglia trovare degli spazi nuovi – e tuttavia noi lettori ci sentiamo abbandonati come Linus senza la sua coperta. Non tanto per il Rat-Man, la cui parabola esistenziale arriva dignitosamente alla conclusione, ma per il gruppo di co-protagonisti che non incontreremo più.
E fra questi saluto in particolare due signore di cui mi piacerebbe avere il numero di telefono: Clara, la moglie super-infedele del capitano Brakko, e soprattutto Cinzia Otherside, formidabile, sfacciatissimo e tenero transessuale che – per motivi non facilmente comprensibili – è corso/a dietro al Rat-Man per tutta l'interminabile serie.
Interminabile ma ahimè terminata.

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