Barber's
Tales
si apre sulla voce narrante di una testimone che parla del passato:
ovvero consegna alla dimensione irrevocabile del passato e della
memoria tutta la storia di Marilou. Questo conferisce all'intero film
un senso fatale.
Tuttavia il suo
carattere tragico non gli impedisce di essere estremamente piacevole,
e anche spiritoso. Questa non è incertezza di tono ma al contrario
capacità di abbracciare la pienezza della vita. Il film si articola
su due linee narrative abilmente bilanciate che si oppongono, si
rincorrono, sfumano l'una nell'altra, fino a fondersi perfettamente.
Da un lato il dramma politico, presente in sottofondo fin dall'inizio
del film (vediamo su un giornale che il presidente Marcos ha
dichiarato lo stato di emergenza) e destinato via via a emergere;
dall'altro lato, il racconto di vita popolare sulla (breve) carriera
della protagonista come barbiere.
Infatti,
dopo la morte improvvisa del marito di Marilou, il piccolo villaggio
è rimasto senza barbero.
Lei, che ha imparato l'arte dal marito, decide di prendere il suo
posto, scandalizzando tutti: il primo barbiere donna a memoria
d'uomo! Si crea, a partire dalle amiche Tessie e Susan, un'alleanza
femminile a suo sostegno; anche le prostitute del bordello locale
mandano da Marilou i propri clienti – minacciando in caso contrario
di rivelare alle loro mogli dove passano le serate.
Sono quadretti di
vita locale assai vivi, con schizzi di figure ben delineate, come il
saggio prete del paese (delizioso il momento in cui in chiesa prima
di far la predica fa pubblicità a Marilou) o Susan che soffre per il
marito maniaco del sesso: impagabile il suo viso gelido quando
racconta a Marilou la propria buffa (ma non per il marito) vendetta,
impagabile l'espressione dell'altra a sentire.
Ma questa non è una
commedia paesana. Mentre il villaggio vive la sua vita sonnolenta i
giovani combattono contro la dittatura di Marcos, i militari
perquisiscono e arrestano, di notte risuonano spari in lontananza.
Anche attraverso un'imprevedibile amicizia, Marilou si trova spinta
verso la ribellione. E qui si riforma quell'alleanza femminile che
avevamo visto prima in forma quasi da commedia per supportare il
negozio di barbiere; si riforma come solidarietà alla ribelle
(esplodendo nella scena solenne della processione).
Barber's
Tales
sarebbe inconcepibile senza l'interpretazione davvero monumentale di
Eugene Domingo. Gli spettatori di Udine già la conoscono come grande
attrice, sia sul versante comico che su quello drammatico – ed
anche capace di impartirci, sul côté
brillante della sua produzione, una superba lezione autoironica sulla
recitazione in The
Woman
in the
Septic
Tank.
Tuttavia anche chi la conosce resterà stupefatto di fronte alla
controllata potenza della sua recitazione in Barber's
Tales,
che raggiunge un'altezza non vista finora - tutta giocata sul
sottotono, sull'efficacia degli sguardi, dell'espressività del viso.
Il suo quadro di donna abituata alla sofferenza (tanto nelle
situazioni cupe di cui abbonda il film quanto in quelle grottesche,
come i tragicomici isterismi della grassa sorella del morto) non
richiede più che un primissimo piano silenzioso, attraverso il quale
Eugene Domingo fa passare una carica memorabile di intensità umana.
Per questa vibrazione umana che si trasmette direttamente allo
spettatore, si potrebbe spendere addirittura il nome di Anna Magnani.
(Catalogo)
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