venerdì 29 marzo 2024

Priscilla

Sofia Coppola

Pur non rientrando nel novero delle opere principali di Sofia Coppola, Priscilla è un film notevole. È la storia del matrimonio fra Elvis Presley e la giovanissima Priscilla, incontrata quand’era poco più che una bambina, raccontata dal punto di vista di quest'ultima e tratta dalle sue memorie; accanto al bravo Jacob Elordi (Elvis), la protagonista Cailee Spaeny è magnetica nel rendere la trasformazione da ragazzina del liceo a moglie innamorata – e infelice. Finché arriva il momento che non regge più, e in una bellissima pagina finale se ne va, sulle note piene di decisione e di amarezza di I Will Always Love You di Dolly Parton. Sul piano musicale questo è un film su Elvis senza Elvis (non sono stati concessi i diritti) ma Sofia Coppola, di cui ricordiamo l’uso originalissimo del rock in Marie Antoinette, ha risolto l’impasse con una splendida score curata dal marito Thomas Mars.
Sotto lo sguardo di Priscilla (lo sguardo è la struttura portante del film, e anzi un doppio sguardo: quello della protagonista e quello della regista, che ora si fonde col suo, ora rimane distaccato e oggettivo), emerge il ritratto di Elvis come un egocentrico, sempre più dipendente dalle pillole, che vede la moglie come una bambola da vestire come vuole lui, un marito-padrone infedele e bugiardo, con improvvisi scoppi di violenza seguiti da scuse lacrimose. Il montaggio di Sarah Flack, coi suoi stacchi netti e laconici, è un capolavoro: tutti i giovani aspiranti montatori dovrebbero studiarlo, e anche qualche regista.
Priscilla contiene in modo quintessenziale tutti i temi di Sofia Coppola, autrice di estrema coerenza: l’adolescenza, lo spiazzamento, una perplessa sospensione, il sogno di fuggire. Tutti i suoi personaggi si sentono lost (come Lost in Translation), tutti sognano un Somewhere, un “altrove” indefinito. Priscilla crede di trovarlo nell’amore di Elvis – solo per ritrovarsi nella gabbia dorata di Graceland, il suo regno con tanto di cortigiani ossequienti. Ricordiamo che Sofia Coppola ci ha sempre raccontato le storie di giovani donne imprigionate... le “vergini suicide” del suo folgorante film d’esordio.
C’è da dire però che nei migliori film di Sofia Coppola troviamo uno stato della visione come stupefazione, una visione trasognata, dreamlike. Anche a parte i primi due, seminali suoi film, bene si vedeva in Somewhere, anche quello ispirato a un divo dello spettacolo (immaginario però). Priscilla era adattissimo per tutto ciò; che però rimane ancorato alla protagonista, più concentrato in uno studio psicologico del personaggio che allargato al film. Manca qualcosa. Nonostante questo, il film è bello (non è il fallimento di Bling Ring) – e non ci dimenticheremo di Priscilla.

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