Luca Guadagnino
Luca
Guadagnino: dottor Jekyll e Mr. Hyde. Nei suoi film s’intrecciano
cose molto belle e cadute di tono: il talento e il kitsch. Basta
pensare al recente Suspiria: al climax spettacolare dell’ultima
danza nell’Istituto seguiva un piatto girovagare del film che
smorzava l’emozione. Anche in Bones and All il finale (non
narrativo ma celebrativo) è ampolloso, col solito flashback lirico,
e sciupa l’asciuttezza di buone scene precedenti.
Il
film è un road movie con una specie di Bonnie and Clyde cannibali.
Il concetto è che esiste tra noi una razza di mangiatori compulsivi
di carne umana, dotati (differenza evolutiva) di un particolare
sviluppo dell’olfatto. Nota che nel film, ambientato in epoca
reaganiana, nessuno se ne accorge: tutti vivono “a finestre
chiuse”; non c’è nessun tessuto sociale, neppure nella forma
minima del controllo. In questa solitudine si aggirano i protagonisti
Maren e Lee, predatori innamorati.
Guadagnino
è un cantore cinematografico dell’adolescenza e della sua dolorosa
scoperta di sé. Come in Chiamami col tuo nome il diciassettenne Elio
(Timothée Chalamet) scopriva le proprie pulsioni sessuali, così qui
l’adolescente Maren (Taylor Russell) fa i conti con
quell’inarrestabile urgenza di mordere e divorare (la scena in cui
la sua natura ci viene rivelata è un vero shock); né ha i genitori
disponibili (fino al caricaturale) di Elio in quel film. Sola e
sperduta, abbandonata da un padre che rinuncia, è convinta di essere
unica finché non incontra prima l’inquietante Sully (Mark
Rylance), che le fa da Virgilio nel mondo dei divoratori, e poi il
coetaneo Lee (ancora Chalamet) col quale nasce l’amore. Sulla base
horror s’innesta un mélo giovanile; e forse il meglio di
Guadagnino, discepolo minore di Bertolucci, è quel suo sguardo
sull'adolescenza.
Nessun commento:
Posta un commento