mercoledì 11 gennaio 2023

Bones and All

Luca Guadagnino

Luca Guadagnino: dottor Jekyll e Mr. Hyde. Nei suoi film s’intrecciano cose molto belle e cadute di tono: il talento e il kitsch. Basta pensare al recente Suspiria: al climax spettacolare dell’ultima danza nell’Istituto seguiva un piatto girovagare del film che smorzava l’emozione. Anche in Bones and All il finale (non narrativo ma celebrativo) è ampolloso, col solito flashback lirico, e sciupa l’asciuttezza di buone scene precedenti.
Il film è un road movie con una specie di Bonnie and Clyde cannibali. Il concetto è che esiste tra noi una razza di mangiatori compulsivi di carne umana, dotati (differenza evolutiva) di un particolare sviluppo dell’olfatto. Nota che nel film, ambientato in epoca reaganiana, nessuno se ne accorge: tutti vivono “a finestre chiuse”; non c’è nessun tessuto sociale, neppure nella forma minima del controllo. In questa solitudine si aggirano i protagonisti Maren e Lee, predatori innamorati.
Guadagnino è un cantore cinematografico dell’adolescenza e della sua dolorosa scoperta di sé. Come in Chiamami col tuo nome il diciassettenne Elio (Timothée Chalamet) scopriva le proprie pulsioni sessuali, così qui l’adolescente Maren (Taylor Russell) fa i conti con quell’inarrestabile urgenza di mordere e divorare (la scena in cui la sua natura ci viene rivelata è un vero shock); né ha i genitori disponibili (fino al caricaturale) di Elio in quel film. Sola e sperduta, abbandonata da un padre che rinuncia, è convinta di essere unica finché non incontra prima l’inquietante Sully (Mark Rylance), che le fa da Virgilio nel mondo dei divoratori, e poi il coetaneo Lee (ancora Chalamet) col quale nasce l’amore. Sulla base horror s’innesta un mélo giovanile; e forse il meglio di Guadagnino, discepolo minore di Bertolucci, è quel suo sguardo sull'adolescenza.

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