Carlo Ledesma
Il
filippino Sunod di Carlo Ledesma consta di due diverse linee
intersecate: il melodramma sociale con la protagonista Olivia, che
appartiene ai perdenti di una middle class proletarizzata, e
il racconto horror con sua figlia Annelle, sui diciott'anni, in una
storia di possessione. Un problema che il regista ha dovuto risolvere
è il diverso ritmo dei due aspetti della storia, per cui il côté
horror si mette in moto più tardi rispetto all'altro, benché
l'incubo di Olivia in apertura serva ad equilibrare. Nondimeno, Sunod
resta nella memoria come un solido e interessante horror filippino; e
qui val la pena di ricordare che il cinema filippino possiede una
marcata componente di critica sociale per esprimere la quale l'horror
e il thriller sono eccellenti veicoli (basta pensare al notevole
Smaller and Smaller Circles di Raya Martin, visto al festival due
anni fa).
Olivia,
una madre single, è disperata: è disoccupata e la figlia Annelle è
in ospedale per un difetto cardiaco congenito che andrebbe operato,
laddove Olivia non sa neanche come pagare il costo della permanenza.
La fortuna sembra venirle incontro un poco quando Olivia trova un
lavoro in un call center; ma già a vedere per la prima volta
l'edificio in cui esso ha sede, qualcosa ci dice a prima vista che
Olivia è nei guai. Quando poi Olivia è gentile con una bambina
smarrita di nome Nelisa e l'aiuta a uscire dall'edificio – senza
chiedersi cosa ci facesse lì di notte – il disastro è in
dirittura di arrivo. Il film prosegue spietatamente verso un climax
in cui molte cose appaiono diverse da come sembravano.
Carmina
Villaroel nel ruolo di Olivia rende bene la rigidezza di questa donna
non giovanissima e bastonata dalla vita; ma soprattutto Krystal
Brimner (Annelle) è molto brava in una parte che le impone di
passare cambiare personalità nel giro di un attimo. Curiosità, nel
ruolo della piccola Nelisa compare (cresciuta e cambiata) l'attrice
bambina Rhed Bustamante, memorabile in Seklusyon di Erik Matti
nel 2017.
Messaggero
Veneto
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