domenica 12 maggio 2019

Rampant

Kim Sung-hoon


E' una storia in costume, di zombi dilaganti (rampant) nel Palazzo al tempo della dinastia Joseon, e il loro attacco si intreccia con le lotte di potere manovrate da un ministro malvagio. Va subito detto, però, che lo stesso concetto si trova misteriosamente in una serie tv coreana di livello anche superiore, Kingdom, visibile su Netflix. Effetti della concorrenza?
Bisogna ammettere che, con questa immissione di zombismo nel classico film storico, vien da temere una sorta di meccanica sovrapposizione. Invece il merito di Rampant è di pervenire a una fusione assai convincente dei due generi. Basta vedere le scene di battaglia contro l'orda di zombi, che non sono classico horror di massa alla Romero ma appartengono appunto allo stile dei film storici, come The Great Battle.
Si tratta vigoroso cinema commerciale, che mantiene onestamente quello che promette, con una serie di personaggi stereotipati ma simpatici – il principe protagonista è il classico antieroe-che-si-ravvede con una spudoratezza da Hollywood anni Trenta. Attraversa il film una vena di humour che non diverte tanto col personaggio un po' ovvio del compagno comico, l'assistente del principe, quanto col principe stesso (quando trovandosi di fronte agli zombi da affrontare dice lamentosamente “Bloody hell – so many” col classico sibilo coreano, è adorabile). Inutile aggiungere che sul piano visuale sia per quanto riguarda il cinema in costume sia per il cinema di zombi (che qui sono chiamati demoni per non fare anacronismi) le carte sono in regola.
Senza voler “nobilitare” il film sul piano contenutistico, la riflessione sul carattere della regalità che viene espressa nella parte finale serve solo a renderlo più vivace e divertente, e ci riesce; eppoi (attenzione, spoiler!) vedere il re di Joseon che diventa zombi durante una cerimonia ufficiale e si avventa sulle cortigiane danzanti è una gemma!

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