Le
bellissime ragazze del bordello di lusso La Tête
possono rappresentare il frutto proibito per gli industriali coreani
che lo frequentano – ma questo frutto rivela un sapore amaro quando
vengono ricattati, con filmati ripresi da telecamere nascoste, da
un'organizzazione criminale specializzata in prestiti a usura.
Quest'attività fornisce lo sfondo al vivace gangster
movie
d'azione A
Special Lady,
scritto e diretto dall'esordiente Lee An-gyu.
Mentre
il boss dell'organizzazione, Mr. Kim, pensa di ritirarsi, anche il
suo braccio destro Na Hyung-jung (la special
lady
eponima, interpretata da Kim Hye-soo), che ha scalato i ruoli da
semplice prostituta a vice-capo della banda sotto un altro nome,
vorrebbe smettere. Ha un figlio all'estero che ignora che lei sia sua
madre e conosce solo Kim come suo padre. Ma non c'è speranza di
salvezza. L'esecutore dei lavori sporchi della banda, il violento
gangster Im Sang-hoon (Lee Sun-kyun), è innamorato da sempre di
Hyung-jung e geloso di Kim; inoltre il corrotto procuratore
distrettuale Choi, anche lui ricattato con uno dei filmati
compromettenti, è pronto a tutto per liberarsi della minaccia
intromettendosi nei giochi di potere della banda. Intanto un giovane
boss rivale, che ha i suoi conti da regolare, trama vendetta.
A
Special Lady
è un neo-noir elegante e atmosferico, in cui si ritrovano due
capisaldi del genere. Il primo è l'ombra del tradimento sempre in
agguato in un mondo dalle fedeltà ambigue e aleatorie. Il secondo è
quello degli amori disperati e feroci, confusi persino a se stessi.
Il rapporto tra la protagonista Hyun-jung e il gangster Song-hoon
introduce un romanticismo mélo che culmina in un finale vagamente
alla Duello
al sole.
E l'elemento mélo è doppio nel film, visto il tema della maternità
sottaciuta e respinta collegato alla presenza del figlio segreto.
Non
manca quella costante del cinema coreano recente che è uno sguardo
cupamente pessimistico sulla corruzione presente nella classe
dirigente del Paese – basta pensare ai film usciti negli ultimi
anni, come The
Unjust
e Veteran
di Ryoo Seung-wan, Inside
Men
di Woo
Min-ho, The
Unfair
di Kim Sung-je, The
King
di Han Jae-rim, The
Mayor
di Park In-je. In A
Special Lady,
la
figura
del District
Attorney Choi
fornisce
al film il villain
peggiore di un'intera collezione.
Accanto
a Kim Hye-soo brilla il suo partner Lee Sun-kyun (l'indimenticabile
poliziotto disonesto di A
Hard Day
di Kim Seong-hun). Esteriormente civilizzato ma incapace di
evoluzione, il suo Sang-hoon è l'uomo bloccato in un doppio loop,
criminale e amoroso, segnato sul torace da una cicatrice e un
tatuaggio che sono due marchi d'amore inscritti nella carne. Lee
Hee-joon
(Sori:
Voice from the Heart,
FEFF 18)
porta
al personaggio di Choi una convincente dose di malvagità matter
of fact.
Il giovane Kim Min-suk, pluripremiato come miglior nuovo attore in
varie serie televisive, dà il massimo di concretezza possibile a un
personaggio, il figlio, piuttosto unidimensionale.
Però
A Special Lady è
in primo luogo il film di Kim Hye-soo. In versione bionda coi capelli
corti, la diva (ospite al FEFF nel 2007) è perfetta sia nella fredda
sicurezza di sé (“Questa non è corruzione e non è un negoziato.
Questo è ricatto”) sia nel dolore trattenuto che traspare dal suo
personaggio tanto duro quanto sventurato. Specialista
nell'interpretare donne forti e passabilmente pericolose, Kim Hye-soo
non è solo la perfetta femme
fatale ma
disegna
ritratti di donne capaci di esercitare il potere nel mondo
iper-maschilista della malavita coreana (Tazza:
The High Rollers,
The Thieves,
Coin Locker
Girl).
In
scene d'azione molto ben realizzate, la vediamo sbarazzarsi
sanguinosamente di stuoli di nemici, ora maneggiando come arma di
fortuna una sega circolare, ora irrompendo in un edificio per fare
una strage che farebbe l'invidia della Uma Thurman di Kill
Bill
– senza però la sua invulnerabilità. E tuttavia sono l'amore e la
disperazione che si leggono nei suoi occhi a imprimersi specialmente
nella memoria.
(Catalogo FEFF 2018)
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