lunedì 5 luglio 2021

Hold Me Back

Ohku Akiko

Di Ohku Akiko, l'autrice di My Sweet Grappa Remedies, ritroviamo tutto in Hold Me Back. Sul piano superficiale, l'amore per l'Italia (qui c'è un viaggio a Roma per far visita a un'amica sposata) e l'alcool italiano (qui il limoncello), gli hobby strani (qui fabbricare tempura di plastica, quello dei ristoranti), perfino le scarpe a tacco alto in dettaglio. Sul piano profondo, come in tutto il cinema di Ohku il film è una meditazione dolceamara sulla solitudine, i sentimenti e la personalità femminile, sulla soggettività e il modo non facile in cui essa può rapportarsi all'universo esterno. “L'Io e il mondo” è il grande tema dell'autrice. Il film è sceneggiato da Ohku da un romanzo di Wataya Risa come il precedente Tremble All You Want.
Il film spinge al di là dei precedenti l'interesse di Ohku per la “voce di pensiero”. La protagonista Mitsuko (l'attrice, bravissima, ha per nome d'arte Non) è un'impiegata, che si vede come una professionista della vita solitaria, e si è creata una voce-nella-testa che chiama A, alla quale si rivolge per chiacchiere e per consiglio. Non c'è nessuna psicopatia: Mitsuko è conscia che A non esiste fuori di lei (anzi, A le ripete di continuo “Io sono te”) e vive questa situazione con assoluta tranquillità. Meno tranquilla è semmai nella vita reale, dove ha una terribile difficoltà a lasciarsi andare. La tiene su uno dei tanti “doppi” ohkuiani (qui con un ruolo limitato), l'amica e collega Nozomi.
Mitsuko ha una cotta (glielo fa notare A) per un giovane impiegato, e il film è assai divertente nel dipingere, non dico neanche il corteggiamento, il cauto avvicinamento fra questi due super-timidi. Il problema è che Mitsuko si è troppo ancorata a questo rapporto a due con se stessa, e come farà a uscirne? Ce lo racconta il film, che è attraversato da un umorismo leggero e molto gradevole. Davvero la levità è una caratteristica preziosa di questa regista.

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