venerdì 17 marzo 2017

Affinità poetiche

Franca Olivo Fusco

...come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato”. Quando leggiamo queste parole alla fine dell'episodio della madre di Cecilia nei Promessi sposi, la commozione è accresciuta egualmente (perché sono due aspetti di uno stesso fenomeno) dall'alto picco retorico che conclude la pagina e dal riconoscimento di un motivo poetico che riverbera almeno fin da Virgilio nella cultura occidentale.
Franca Olivo Fusco è poetessa e autrice di vari interessanti libri sulla poesia, tutti imperniati sul tema del debito culturale e della citazione: Cinema & poesia, Va, pensiero, Nessun maggior dolore – Le fonti poetiche nei libretti d'opera e i due volumi di Arie d'opera al cinema. In questi testi il lettore può trovare una vera enciclopedia dei riferimenti – necessariamente incompleta, poiché ci vorrebbero i computer della NASA (nonché un bel po' di anni) per il progetto infinito di listare tutti i rimandi che si possono trovare in tutte le opere, ma affascinanti e stimolanti; talché uno dei maggiori piaceri nello sfogliare questi libri sta proprio nel gioco di reminiscenze e di possibili aggiunte che essi innestano. Si resta sempre stupefatti davanti all'acribia e alla vastità di conoscenze necessaria alla realizzazione di questi libri. L'autrice tiene da molti anni lezioni e conferenze sulla poesia italiana e straniera, nella sua città di Trieste, e in questa attività ha raccolto una quantità di conoscenze per cui possiede la rimarchevole dote di collegare e riconoscere l'ombra di un testo nelle sue innumerevoli trasformazioni e peripezie di pagina in pagina, di testo in testo.
Nel suo ultimo libro, Affinità poetiche (Questo verso l'ho già letto) (BastogiLibri, pp. 249, E. 18), Franca Olivo Fusco ricerca le citazioni e le suggestioni (“prestiti”) di altri poeti nell'opera poetica di una lunga serie di autori italiani, in ordine alfabetico da Federico Almansi ad Andrea Zanzotto.
E' una lettura impegnativa ma assai istruttiva. Comprende tanto quei debiti che fanno parte della formazione poetica (Campana da Petrarca, Cardarelli da Leopardi e Carducci, Saba da Leopardi) quanto affinità e prestiti più recenti e talvolta stupefacenti: per esempio, il famoso “male di vivere” di Montale compariva già in una poesia di Pirandello (“il mal triste di vivere”). Sfogliando questo libro si colgono davvero affascinanti incroci. Se non stupisce l'influsso di Montale su Maria Luisa Spaziani, è cosa interessantissima, per esempio, quando l'autrice coglie acutamente delle affinità tra Filippo De Pisis e Sandro Penna; e si potrebbe continuare molto a lungo.
A proposito di Filippo De Pisis, mi permetto di partecipare al gioco. L'autrice cita un intermezzo poetico del suo La città dalle cento meraviglie in cui (titolo) E' il libro che parla: “Compratemi, compratemi / Signori miei cortesi, / per poco a Voi mi do”, per commentare che “la poesia non ha mercato, è la Cenerentola della letteratura”. Si può peraltro aggiungere che qui De Pisis riprende ironicamente i versi di Dulcamara ne L'elisir d'amore, libretto di Felice Romani: “Comprate il mio specifico, / per poco ve lo do”.
Siccome questo libro finisce per essere una piccola antologia poetica, per il non specialista – come chi scrive – è pure ricco di inaspettate sorprese. Appassionato di cinema, colpevolmente ignoravo che fosse anche poetessa l'attrice Isa Miranda, famosa interprete di Ophüls, Chiarini, Soldati e via via fino alla Cavani. Ancor più vale per Michela Miti, che fu una delle bellissime della stagione (fra parentesi: tutta da rivalutare) della “commediaccia” italiana, quelle tra cui la più famosa resta Edwige Fenech (la Miti esordì in Pierino contro tutti). Colpisce ritrovarla qui come poetessa di buon livello, possibilmente stimolata – ipotizza Franca Olivo Fusco dal suo compagno Alberto Bevilacqua. Ma in fondo perché stupirsi? Come dice un titolo di Biagio Marin (anche lui presente in queste pagine): la poesia è un dono.

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