“...come
il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino
ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del
prato”. Quando leggiamo
queste parole alla fine dell'episodio della madre di Cecilia nei
Promessi sposi, la
commozione è accresciuta egualmente
(perché sono due aspetti di uno stesso fenomeno) dall'alto picco
retorico che conclude la pagina e dal riconoscimento di un motivo
poetico che riverbera almeno fin da Virgilio
nella cultura occidentale.
Franca
Olivo Fusco è poetessa e autrice di
vari interessanti libri sulla
poesia, tutti imperniati sul tema del debito culturale e della
citazione: Cinema & poesia,
Va, pensiero, Nessun
maggior dolore – Le fonti poetiche nei libretti d'opera
e i due volumi di Arie d'opera al cinema.
In questi testi il
lettore può trovare una vera enciclopedia dei riferimenti –
necessariamente incompleta, poiché ci vorrebbero i computer della
NASA (nonché un bel po' di anni) per il progetto infinito di listare
tutti i rimandi che si
possono trovare in tutte
le opere, ma affascinanti e stimolanti; talché uno dei maggiori
piaceri nello sfogliare questi libri sta proprio nel gioco di
reminiscenze e di possibili aggiunte che essi innestano. Si resta
sempre stupefatti davanti all'acribia e alla vastità di conoscenze
necessaria
alla realizzazione di questi libri. L'autrice
tiene da molti anni lezioni e
conferenze sulla poesia italiana e straniera, nella sua città di
Trieste, e in questa attività ha raccolto una quantità di
conoscenze per cui possiede la rimarchevole dote di collegare e
riconoscere l'ombra di un testo nelle sue innumerevoli trasformazioni
e peripezie di pagina in pagina, di testo in testo.
Nel
suo ultimo libro, Affinità poetiche (Questo verso l'ho già
letto) (BastogiLibri, pp. 249,
E. 18), Franca Olivo Fusco
ricerca le citazioni e le
suggestioni (“prestiti”)
di altri
poeti
nell'opera poetica di una lunga
serie di autori
italiani, in ordine alfabetico da Federico Almansi ad Andrea
Zanzotto.
E'
una lettura impegnativa ma assai istruttiva. Comprende tanto quei
debiti che fanno parte della formazione poetica (Campana da Petrarca,
Cardarelli da Leopardi e Carducci, Saba da Leopardi) quanto affinità
e prestiti
più recenti e talvolta stupefacenti: per esempio, il famoso “male
di vivere” di Montale compariva già in una poesia
di Pirandello (“il mal triste di vivere”). Sfogliando
questo libro si colgono davvero
affascinanti incroci. Se non stupisce l'influsso di Montale su Maria
Luisa Spaziani, è cosa interessantissima, per esempio, quando
l'autrice coglie acutamente delle affinità tra Filippo De Pisis e
Sandro Penna; e si potrebbe continuare molto
a lungo.
A
proposito di Filippo De Pisis, mi permetto di partecipare al gioco.
L'autrice cita un intermezzo poetico del suo La città
dalle cento meraviglie in cui
(titolo) E' il libro che parla:
“Compratemi, compratemi / Signori miei cortesi, / per poco a Voi mi
do”, per commentare
che “la poesia non ha mercato, è la Cenerentola della
letteratura”. Si può
peraltro aggiungere che qui
De Pisis riprende ironicamente i
versi di Dulcamara ne L'elisir d'amore,
libretto di Felice Romani: “Comprate il mio specifico, / per poco
ve lo do”.
Siccome
questo libro finisce per
essere una piccola antologia
poetica, per il non specialista – come chi scrive – è pure ricco
di inaspettate sorprese. Appassionato di cinema, colpevolmente
ignoravo che fosse anche poetessa l'attrice Isa Miranda, famosa
interprete di Ophüls,
Chiarini, Soldati e via via
fino alla Cavani. Ancor più vale per Michela Miti, che fu una
delle bellissime della stagione (fra parentesi: tutta da rivalutare)
della “commediaccia” italiana, quelle tra cui la più famosa
resta Edwige Fenech (la Miti
esordì in Pierino contro tutti).
Colpisce
ritrovarla
qui come poetessa di buon livello, possibilmente
stimolata – ipotizza Franca
Olivo Fusco –
dal suo compagno Alberto
Bevilacqua. Ma in fondo perché
stupirsi? Come dice un titolo di Biagio Marin (anche lui presente in
queste pagine): la poesia è un dono.
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