regia di Rita Maffei
Grande
serata di teatro sabato 24 alle 19 al Parco Moretti di Udine con
“Vanja al Parco Moretti”, messo in scena dal CSS per il progetto
“Vanja in città” di Rita Maffei.
Una
parola di spiegazione. Tutti conosciamo il film di Louis Malle “Vanya
sulla 42° Strada”, in cui Malle filma (non in modo meccanico!) le
prove di un “Zio Vanja” a New York per la regia di André
Gregory, con Wallace Shawn nel ruolo di Vanja – spettacolo mai
andato in scena. In epoca di Covid, nel 2020 “Vanja in città”,
ispirandosi liberamente al film, ha ambientato le prove di “Zio
Vanja”
in una serie di luoghi urbani, per un pubblico ristretto. Così il
dramma di Čechov
si concretizza in una serie di rifrazioni che, portandolo fuori dal
teatro, compongono un dialogo fra il testo e la città. Gli attori si
muovono col copione in mano. E tutto ciò, paradossalmente, esalta
la purezza del testo.
Ripreso
nel 2021, sabato ho visto “Zio Vanja” recitato (magnificamente)
sull'erba del Parco Moretti. Va detto che, al di là del suo
carattere di singola “rifrazione”, l'ambientazione del parco, con
l'erba e gli alberi, realizza di per sé un'idea vincente di regia.
Porta tangibilmente in primo piano quella presenza della campagna,
piena, totale, che informa il dramma. Depura l'astrazione della messa
in scena senza minimamente far concessioni al naturalismo. Il frinire
autentico di grilli e cicale nella sera! I pochi arredi di scena –
tavoli, tavolini, sedie – che rappresentano i luoghi della villa
“labirinto” sono posizionati sull'erba a pochi metri l'uno
dall'altro, il che consente anche alcuni graziosi scherzi di regia,
come salutare o indicare un personaggio teoricamente fuori scena
quando si parla di lui (il che rinforza quella compattezza
del disegno dei personaggi nel dramma). Idem, la situazione “intima”
all'aperto, che attenua particolarmente la sensazione della “quarta
parete”, rende più che mai scorrevole la trasformazione dei saluti
ai personaggi nell'ultimo atto in un saluto al pubblico.
Ma
ciò che importa è la tessitura, il pathos, del dramma, come emerge
grazie al livello eccellente, emozionante, delle interpretazioni:
Gabriele Benedetti, Pepa Balaguer, Paolo Fagiolo, Fabiano Fantini,
Daniela Fattori, Natalie Norma Fella, Rita Maffei, Klaus Martini,
Nicoletta Oscuro. Regia di Rita Maffei, scena di Luigina Tusini.
Alla
conclusione, col sublime discorso di Sonja “Noi vivremo” – una
pagina che forse è ispirata al discorso di Marmeladov in “Delitto
e castigo”, e certamente raggiunge la stessa altezza di speranza
ultraterrena – avevo le lacrime agli occhi.
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