Chen Yu-hsun
Uno può perdere una
chiave, un ciuccio, una lettera, una valentine (cartolina di
auguri per San Valentino), ma il Valentine che perde Hsiao-chi
nel film è proprio il giorno di San Valentino. In lei si addormenta
il sabato sera, felice per un appuntamento il giorno dopo, che è San
Valentino, con quello che proprio sembra il Principe Azzurro – e si
sveglia di lunedì, con una misteriosa scottatura solare, e con
sabbia nelle scarpe. Doverosamente, va alla polizia a denunciare la
scomparsa di un giorno, ma non la prendono sul serio. Non è l'unica
cosa strana: il tizio strambo che viene sempre a impostare lettere
(lei lavora all'ufficio postale) si presenta con la faccia gonfia di
botte.
Il taiwanese My
Missing Valentine, scritto e diretto da Chen Yu-hsun, è un film
delizioso: forse perfino troppo fantasioso (accumula tanti
particolari che se cadi in un attimo di distrazione sei perduto) ma
che domina bene la sua materia fantastica: inutile spiegare la
sfacciata costruzione “teorica” che ci sta dietro, ma alla fine
tout se tient. Molto bella la parte che si svolge in
una specie di “mondo congelato” nella durata eterna di un attimo
– e (secondario ma assai gustoso) memorabile il sogno col “geco
umano”. Gli interpreti sono tutti adeguati ma bisogna segnalare in
particolare Patty Lee (Yang Hsiao-chi): un'attrice spiritosissima,
non particolarmente bella ma estremamente espressiva, che s'inserisce
perfettamente nella concezione del film dando un grande contributo
alla sua riuscita.
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