Emily Chan
A
cosa pensiamo quando sentiamo nominare Macao? Probabilmente a Jamers
Bond che si reca a uno dei casinò per cui la città è famosa in
Skyfall.
O magari alle casette colorate di Storia
immortale
di Orson Welles. Emily Chan vive a Macao e Madalena
è il suo terzo lungometraggio sul
territorio (dopo Timing
e Our
Seventeen).
Ce ne dà una visione realistica, lontana dalle idee turistiche che
possiamo avere: le strade notturne, gli alloggi sovraffollati delle
immigrate, nella bella fotografia è di Peace Ao Leong.
Si
tratta di un melodramma in cui Lena (Cherissie Chau, molto brava) è
un'immigrata irregolare dal continente, che a Macao fa illegalmente
un doppio lavoro, come cameriera in un ristorante di lusso e
intrattenitrice che convince i clienti a bere in un bar. Cerca di
metter su soldi perché ha la madre e una figlia bambina in Cina –
ed ha un segreto per cui non vuole avere a che fare con gli uomini.
Incontra il tassista Mada, altro immigrato dalla Cina ma
regolarizzato, che soffre d'insonnia e si strugge ancora per la
moglie infedele che lo ha lasciato. Nasce un timido corteggiamento;
ma è nella logica del melodramma che le cose non siano destinate ad
andare lisce. Un esile subplot su un'altra storia d'amore, fra un
giovane giocatore indebitato e una ragazza cieca, serve da piccolo
contraltare al racconto principale.
Bisogna
dire che la seconda parte del film rischia di andare sul prevedibile
(quando appare quello che nella sceneggiata napoletana viene chiamato
'o
malamente);
ma per fortuna il film ha un guizzo che indirizza il finale in altra
direzione. Forse per ragioni di censura, il segreto di Lina non
quello che uno pensa guardando il film, e ciò rende il “finale”
(peraltro molto ben girato) vagamente illogico. Senza fare spoiler,
mi limito però ad avvertire che il vero finale si ha, bizzarramente,
nel classico riquadro che accompagna i titoli di coda.
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