Soi Cheang
L'inquadratura
iniziale di Limbo,
capolavoro in b/n di Soi Cheang sulla caccia a un serial killer, pone
un mondo doppio, rovesciato, perché riflesso nell'acqua delle
pozzanghere. Crea immediatamente un effetto di spiazzamento – e
infatti la mdp lo sottolinea alzandosi a inquadrare il mondo reale.
La
nettezza della foto in b/n (di Cheng Siu-keung) produce tuttavia un
senso di malessere, su due piani. Il primo è la messa a fuoco
totale, che produce un effetto fisico sullo spettatore: si potrebbe
definire impietosa.
Secondo, il quadro è sempre zeppo, follemente sovraccarico, fin dal
mare di statuette sacre che vediamo all'inizio. Immagini strapiene
sia di oggetti sia (nei campi lunghissimi) di edifici sia di oggetti
e di edifici assieme, grazie alla messa a fuoco: tutto questo crea un
senso di soffocamento,
appesantimento,
imprigionamento: a cui si accomuna la reductio
ad unum
con Cya Liu seminuda e terrorizzata accoccolata nello spazio minimo
dell'armadietto dove si nasconde – e la visione “in sezione”
dell'armadietto con lei, unica macchia di fotografia in un totale
nero che “ci pesa” addosso, rappresenta ancora di più questa
situazione soffocante portata al suo estremo limite.
Di
tutti gli oggetti che riempiono sullo schermo ciò che ci colpisce di
più è la spazzatura (con un effetto di sinestesia, vediamo e ci
sembra di odorare); un'invasione della spazzatura che sembra il
proliferare di un cancro nella metropoli; e non solo i fetidi sacchi
neri ma tutto un bric-à-brac di rifiuti, dai mobili scassati ai
pezzi di manichini.
Limbo
è un'epopea della spazzatura (e anche gli esseri umani, dice nel
film un personaggio, al livello più basso della scala sociale lo
sono).
Soi Cheang nel suo
cinema ha sempre cercato una comprensione per il mostro, ma forse non
è mai stato così nero e spietato come in questo film. Il killer è
inumano e deforme come quelli di The Texas Chain Saw Massacre
di Tobe Hooper. Ha avuto una storia, un'umanità, ma (a differenza
per esempio di Horror Hotline... Big Head Monster) di
questa storia nel film restano poche tracce frammentarie che non
compongono un quadro.
La
città in Limbo
è un labirinto per topi. Ci sono molte fughe angosciate ma questa
fughe impossibili riportano al punto di partenza, cioè l'incontro
con l'inseguitore. E' terreno di caccia del serial killer, ma in
questo universo di follia assoluta anche i poliziotti sono cattivi
poliziotti, sia in senso morale (la vendetta del poliziotto Cham nei
confronti della ragazza è di una crudeltà assoluta) sia nel senso
dell'incapacità. Siccome uno dei punti centrali del film è la
ricerca della redenzione, incarnata in primo luogo dal personaggio di
Cya Liu, possiamo dire che questa necessità di redenzione riguarda
tutti i personaggi senza eccezione.
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