Bai Zhiqiang
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Father and Son riprende temi tipici del cinema cinese, spesso
declinati nella dimensione del viaggio: il rapporto tra due età
diverse e il sorgere di un affetto dall'ostilità, la povertà nella
campagna più isolata e i poveri segni di modernità che vi spiccano,
i vasto spazi in mezzo al nulla. E questo conglomerato di temi, che
rappresenta quasi un sottogenere, ha una sua cifra stilistica
riconoscibile: ritmo lento per ragioni sia psicologiche sia poetiche,
sguardo realistico sulla vita materiale, visi “documentaristici”,
accuratezza e spesso ricercata bellezza della fotografia. Tutto
questo vale per il film di Bai Zhiqiang, nel quale si nota – specie
nella prima parte – un uso assai marcato dei campi lunghissimi, che
può ricordare Jia Zhangke.
È
la storia di un venditore ambulante che si trova senza volerlo a
prendersi cura di un bambino rimasto solo dopo la morte della nonna,
il quale vuole andare alla ricerca di suo padre. Volutamente i due
protagonisti, l'uomo e il bambino (Hui Wangjun e Bai Zeze), sono
privi di quel tipo di attrattiva cinematografica (per cui l'adulto
dev'essere di una bruttezza simpatica e il bambino cute) che
ci sarebbe in altre cinematografie. Naturalmente dapprima il rapporto
è difficile ma il venditore si rivela un “burbero benefico” –
ma lentamente. È gente dura,
senza sentimentalismo. Vedi l'episodio della piccola mendicante
cacciata dal locale, alla quale il bambino dà i soldi del resto sul
tavolo e per questo viene rimproverato. Nota che l'uomo ha
perso un figlio, che non ha potuto curare perché un amico lo ha
truffato dei soldi (e infatti va in cerca di questo ex amico con un
coltellaccio nella cintura).
Due
scene diverse coinvolgono con grande perizia registica l'albergo sito
in un “grattacielo”, che è – spiega il venditore al bambino –
“dove i ricchi godono di cibo e riposo”. Il film è molto attento
sul tema scottante delle differenze di classe in Cina. Ma mentre
nella prima delle due scene l'inquadratura in contre-plongée
marca l'estraneità al mondo dei due, nella seconda, verso la fine,
una panoramica discendente crea un collegamento con loro, che infatti
(con nostra sorpresa) ci entrano – una scelta non indifferente in
un film dove si sta attenti anche all'ultimo yuan.
Le
opere di Zhang Yimou sulla Cina rurale e quelle successive del già
citato Jia Zhangke possono fornire dei punti di riferimento, ma molti
sono i film che salgono alla memoria, dal recente Crossing the
Border di Huo Meng a Going to School with Dad on My Back
di Zhou Youchao (che di Zhang ha lavorato come assistente), dal più
romantico Peacock di Huo Jianqi a You and Me di Ma
Liwen (ambientato a Pechino ma in una casa tradizionale, e sul
rapporto tra diverse generazioni).
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