Ohku Akiko
Di Ohku Akiko,
l'autrice di My Sweet Grappa Remedies, ritroviamo tutto in
Hold Me Back. Sul piano superficiale, l'amore per l'Italia
(qui c'è un viaggio a Roma per far visita a un'amica sposata) e
l'alcool italiano (qui il limoncello), gli hobby strani (qui
fabbricare tempura di plastica, quello dei ristoranti), perfino le
scarpe a tacco alto in dettaglio. Sul piano profondo, come in tutto
il cinema di Ohku il film è una meditazione dolceamara sulla
solitudine, i sentimenti e la personalità femminile, sulla
soggettività e il modo non facile in cui essa può rapportarsi
all'universo esterno. “L'Io e il mondo” è il grande tema
dell'autrice. Il film è sceneggiato da Ohku da un romanzo di Wataya
Risa come il precedente Tremble All You Want.
Il film spinge al di
là dei precedenti l'interesse di Ohku per la “voce di pensiero”.
La protagonista Mitsuko (l'attrice, bravissima, ha per nome d'arte
Non) è un'impiegata, che si vede come una professionista della vita
solitaria, e si è creata una voce-nella-testa che chiama A, alla
quale si rivolge per chiacchiere e per consiglio. Non c'è nessuna
psicopatia: Mitsuko è conscia che A non esiste fuori di lei (anzi, A
le ripete di continuo “Io sono te”) e vive questa situazione con
assoluta tranquillità. Meno tranquilla è semmai nella vita reale,
dove ha una terribile difficoltà a lasciarsi andare. La tiene su
uno dei tanti “doppi” ohkuiani (qui con un ruolo limitato),
l'amica e collega Nozomi.
Mitsuko ha una cotta
(glielo fa notare A) per un giovane impiegato, e il film è assai
divertente nel dipingere, non dico neanche il corteggiamento, il
cauto avvicinamento fra questi due super-timidi. Il problema è che
Mitsuko si è troppo ancorata a questo rapporto a due con se stessa,
e come farà a uscirne? Ce lo racconta il film, che è attraversato
da un umorismo leggero e molto gradevole. Davvero la levità è
una caratteristica preziosa di questa regista.
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