Rao Xiaozhi
Endgame di
Rao Xiaozhi è un film molto diverso (e meno bello) del suo
eccellente A Cool Fish, ma resta comunque un buon film
divertente, e impreziosito da un grande Andy Lau. È
il remake del giapponese Key of Life (Uchida Kenji, 2012), che
già aveva avuto un remake coreano, Lucky Key (Lee Gae-byok,
2016). Un attore disoccupato vuole uccidersi, non ci riesce, e va
tristemente al bagno pubblico. Qui vede un personaggio chiaramente
più ricco di lui scivolare e battere la testa, riportando
un'amnesia. Allora l'attore cede alla tentazione di scambiare la
chiave del suo armadietto con quella dell'altro, in uno scambio di
identità e di casa. Il guaio è che – noi spettatori lo sappiamo
ma il protagonista no – lo sconosciuto facoltoso è un temibile
killer professionista.
Rao Xiaozhi proviene
dal teatro e sviluppa nella sceneggiatura dei riferimenti teatrali –
a partire dal titolo, Finale di partita, con riferimenti a
Beckett e al teatro dell'assurdo. In fondo questo scambio d'identità
è una situazione teatrale, con un personaggio che recita la parte di
chi non è e l'altro che crede di essere un attore. Non stupisce che
il film prenda una piega buffamente metateatrale (comprese
discussioni sulla recitazione condite di citazioni di
Stanislavskij!).
Xiao Yang (membro
della coppia di attori/cantanti Chopstick Brothers) è bravo nel
ruolo dell'attore disoccupato. L'attrice Huang Xiaolei è
spiritosissima nel ruolo sopra le righe di una capobanda psicopatica.
Ma a rubare la scena è il “nostro” Andy Lau, il killer
smemorato, che è delizioso. Scherza sulla sua età non più tanto
verde (la gag dei trent'anni sul documento), si permette di imitare
il De Niro comico quando fa la faccia piangente, e – visto il
carattere metateatrale – impartisce una lezione esplicita di
recitazione al suo collega. Vale da solo il prezzo del biglietto.
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