lunedì 5 luglio 2021

Drifting

Jun Li

Con Francis Ng (Brother Fai) come protagonista, il film narra la vita alla deriva (drifting) dei senzatetto di Hong Kong, a Sham Shui Po, che prima dormono per strada, poi si costruiscono delle misere baracche. Molti, come Fai all'inizio, sono drogati.
L'inizio, con Fai che esce di prigione e torna nel gruppo, è neorealistico, non nel senso di attori presi dalla strada (anzi, sono tutti ottimi professionisti) ma nel senso della realtà fotografata senza mediazioni. In seguito il film si struttura secondo varie linee narrative; sul piano individuale, la principale è l'amicizia di Fai con un giovane rimasto traumatizzato dalla vita sulla strada. Una di queste storie interlineate (autentica e di ispirazione per il film) narra che il gruppo, con l'aiuto di un'assistente sociale, fa causa al Comune perché durante una pulizia notturna delle strade è stato buttato via senza tanti complimenti tutto ciò che gli homeless possiedono, compresi i documenti. Quando Drifting si avvia alla conclusione, è solenne e fluente l'emergere in primo piano del discorso polemico sulla gentrification di Sham Shui Po, che era il quartiere della povera gente e adesso la espelle per costruire grattacieli.
Scritto e diretto da Jun Li, è un film che a volte appare forse un po' programmatico, ma che attiva una forte carica di empatia. Un film americano su questi argomenti risulterebbe indubbiamente tetro, ma questo – pur tutt'altro che allegro in sé – riesce a mantenere un tono calmo e matter of fact molto lodevole. Francis Ng fa un'operazione recitativa di grande impegno, nel segno del naturalismo. Anche sfiorando qualche volta sul piano dell'espressione un overacting alla De Niro – ma si vede bene che per lui è l'interpretazione di una vita, più o meno come è accaduto per Anthony Wong in Still Human
.

Nessun commento: