Miguel Arteta
In un fumetto disneyano
del geniale Carl Barks, Paperino si lascia convincere da uno
psicologo che è troppo severo con Qui, Quo, Qua. Bisogna prenderli
con la dolcezza! Convinto, passa all'indulgenza più permissiva –
col risultato che i pestiferi fratellini non solo lo rovinano con le
loro pretese ma diventano dei Paperoni in miniatura pieni di avidità.
Questo magistrale
sberleffo a Jean-Jacques Rousseau e a tutte le pedagogie buoniste ha
un'arguzia che manca all'innocua commedia familiare Yes Day,
interpretata da Jennifer Garner (anche produttrice) ed Edgar Ramirez
nella parte dei genitori. Jennifer Garner è disperata perché i tre
figli la considerano una madre troppo severa: un video realizzato dal
figlio di mezzo (è uno dei tocchi divertenti del film) la paragona a
Stalin e Mussolini. Il marito, con logica molto maschile invero,
preferisce lasciare a lei la parte del “poliziotto cattivo”. I
due si lasciano convincere a provare lo “Yes Day”, nel quale
dovranno dire di sì a tutte le richieste dei figli che non siano
suicide (esiste davvero negli States!). Seguono guai a valanga.
Un paio di episodi sono
una noia (in particolare quello del gioco a squadre) ma in generale
Yes Day si lascia guardare, purché non si abbiano troppe
pretese. Il suo umorismo tenue e zuccheroso trova qua e là un paio
di dettagli simpatici. Il film si dà una mossa nella parte finale,
in cui la simpatia naturale dei bambini ha buon gioco quando una
scatenata festa infantile devasta la casa.
E' chiaro fin dai
titoli di testa che tutto è destinato a concludersi col “volemose
bene”. Uno penserebbe che alla presa di coscienza finale (per cui
tutti concordano che i genitori devono dire anche dei no) si poteva
arrivare pure senza la meccanicità del “Yes Day”. Già, ma
allora come si girava il film?
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