Julien Leclercq
Ne La sentinella
una personalità ferita si getta nella vendetta personale. Klara
(Olga Kurylenko, già Bond Girl in Quantum of Solace) è una
soldatessa traumatizzata dopo un disastro in zona di guerra; viene
trasferita a Nizza, la città natale, dove tira avanti a forza di
pillole legali e non. Ma un oligarca russo violenta e manda in coma
sua sorella. Molto giustamente, di fronte all'impotenza della legge
Klara decide di farsi giustizia da sola, sfruttando le sue abilità
alla Rambo.
Non è che il regista
francese Julien Leclercq non abbia capacità: ha occhio per i
particolari (il viso terrorizzato della donna siriana interrogata con
una pistola alla nuca, o il dettaglio ritornante del piede della
protagonista che batte nervosamente) ed ha un buon senso
dell'atmosfera (la città siriana semidistrutta, l'erotismo umido
nella discoteca a Nizza). Il suo torto è di avere scritto, con
Matthieu Serveau, una sceneggiatura piena di forzature e
implausibilità che rovinano il film. Per dirne una: l'esercito,
quando un soldato è impasticcato e chiaramente incontrollabile, non
lo manda di ronda per Nizza armato di mitra. Poi: se tu rapini
l'armeria legando a un tavolo il furiere, ti prendi anche cura di
imbavagliarlo, non ti allontani mentre risuonano le sue grida.
Infine: a Parigi Klara, già clandestina e ricercata, gira per strada
in divisa militare, tuta mimetica e mitra a tracolla, non proprio il
modo migliore per non attirare l'attenzione.
Dove Leclercq si trova
a suo agio è nelle scene d'azione, che filma con professionalità:
bello lo scontro con la sicaria nel sotterranei dell'ospedale. I
film d'azione possono anche essere piuttosto mediocri ma se non altro
si guardano sempre con piacere, quando sospendono l'analisi
psicologica per dare spazio alle sparatorie e alle mazzate.
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