sabato 12 gennaio 2008

Il bacio di Dracula

Roger Young

Si usa dire “il diavolo e l’acqua santa”, per intendere due opposti irriducibili da non mescolare. Tutto sommato, anche “il dracula e l’acqua santa” non sarebbe male: abbiamo appena dovuto sopportare quest’incongruo miscuglio col film tv “Il bacio di Dracula”, diretto da Roger Young (anche sceneggiatore con Eric Lerner), su RaiUno.
Il film tv è prodotto dalla Lux Vide di Luca Bernabei, quelli della “Bibbia” tv (Roger Young ha diretto il loro “Gesù): ed ecco un capolavoro dell’orrore trasformato in un fervorino da parrocchietta. Il film segue abbastanza fedelmente lo svolgimento del romanzo di Bram Stoker ma lo attualizza grossolanamente ai giorni nostri, fra i giovani affaristi occidentali in cerca di soldi facili nell’Europa dell’Est. Tipicamente, questo Dracula da sagrestia non si limita ad essere un onesto vampiro ma diventa una specie di Mefistofele che incarna la tentazione (dei soldi, del sesso e così via), e sembra preparare un diabolico Secondo Avvento.
Niente di male nell’assunto; lo stesso romanzo di Stoker consente una lettura in chiave religiosa. A rendere insopportabile “Il bacio di Dracula” (che facilmente vince la palma per la peggior versione di “Dracula” di tutti i tempi) è la goffaggine didattica con cui questo progetto viene realizzato, assieme ovviamente al dilettantismo generico che comunque lo trasformerebbe in una raggelante ridicolaggine (peccato: i suoi vampiri volanti non sarebbero male). La predica è, come si suol dire, telegrafata, con un taglio didattico da barzelletta, ove il Male è rappresentato simbolicamente dall’auto di lusso e dalla discoteca con le ragazze poco vestite - il kit delle “idées reçues” del seminarista coi brufoli.
La portavoce - anzi il megafono - del “messaggio” nel film è Mina (Stefania Rocca), la quale sostiene contro l’amica Lucy che “il più grande piacere di una donna è il matrimonio”, partecipa ad attività internazionali di beneficenza, è sempre ingrugnata contro i suoi giovani amici capitalisti dalla morale elastica, a partire dal fidanzato Jonathan. Di nuovo, niente di male, se non fosse che l’imperizia degli sceneggiatori trasforma questi ragazzotti in una banda di cretini e Mina nella classica suffragetta fegatosa della peggior fiction tv. Fra gl’interpreti, Stefania Rocca sembra conoscere una sola espressione - incavolata - e la porta a spasso per tutto il film. Giancarlo Giannini (Van Helsing, italianizzato in Valenzi) sembra imbarazzato. Quanto a Dracula, Patrick Bergin, poco espressivo e troppo rubicondo, pare Fernando Sancho.
Ci sarebbe da stilare un catalogo della comicità involontaria nel film. C’è Jonathan che parcheggia la Maserati (o quel che è) aperta nello spiazzo davanti all’albergo - in Romania poi - e di notte se la trova circondata dai soliti paesani infuriati con le torce. C’è tutta una serie di battute immortali pronunciate con la massima serietà (Jonathan parlando del suo soggiorno per affari poco puliti presso Dracula: “Lui mi ha sedotto”. Mina, fredda: “Ti ha sedotto? In che senso?”). Il colmo è quando Lucy divenuta vampira aggredisce volando il fidanzato Arthur e lui le ficca il paletto nel cuore: fra l’aria da sonnambulo dell’attore e la pessima regia, sembra che lei si pianti sul paletto per incidente durante l’atterraggio. Al che, non per la prima volta in questo film tv, uno riflette che al confronto “Dracula morto e contento” di Mel Brooks era un horror cupo e drammatico.

(Il Piccolo)

Nessun commento: