sabato 12 gennaio 2008

C'era una volta in Messico

Robert Rodriguez

“Puta madre!”, impreca Salma Hayek spenzolandosi dal quinto piano dell’edificio, incatenata ad Antonio Banderas, sotto il fuoco di un plotone di nemici (“C’era una volta in Messico” di Robert Rodriguez, terzo film della trilogia del mariachi-pistolero dopo “El mariachi” e “Desperado”). L’esclamazione incredulo/rabbiosa dell’eroina non vale solo per sé; è come se volesse dare voce allo spettatore, al suo stupore di fronte alla girandola adrenalinica dello spettacolo: “Puta madre!”, esclama lo spettatore preso sull’ottovolante visivo di Rodriguez, la messa in scena dell’esagerazione narrativa in termini di puro delirio visuale, inverosimile e cartoonistico (come in “Road Runner” - ricordiamo di Rodriguez l’antico amore per il cartoon - tutto è risolto nel piacere visuale dell’azione impossibile).
Azione, pura azione. Azione virtuale e fumettistica: tant’è vero che spesso il montaggio iperveloce e quasi subliminale - guardate il combattimento di Salma Hayek all’inizio - prende il posto del movimento, non serve a definire l’azione fisica ma a sostituirla.
E quindi, pura visione. Rodriguez si inserisce in quella tendenza del cinema contemporaneo che enfatizza (talvolta ai limiti dell’ipertrofia) l’aspetto visivo, grafico, l’inquadratura che si estende sullo schermo come un disegno: cinema-fumetto. La bellezza dell’uccisione del nemico è la moralità del cinema, ma Rodriguez risolve tutte le sue sparatorie in puro fascino visuale (anche il suo romanticismo, ma in primo luogo gli scontri a fuoco). Nel suo estremismo furibondo l’azione si trasforma in pura immagine. La gente letteralmente vola colpita dalle pallottole. Le traiettorie dei proiettili sono esaltazioni dello sguardo. Rodriguez ama i barocchismi della balistica.
La figura più delirante e memorabile del film (ancora, parliamo di immagine, fumetto, grafica) non è il mariachi Banderas ma l’agente della CIA Johnny Depp, l’elemento più grottesco di un film grottesco: Johnny Depp che ha tre braccia (uno è finto), e che se mangia il miglior arrosto di maiale del mondo va a sparare al cuoco per “ristabilire l’equilibrio”. E che, accecato dai nemici, con la maschera di sangue sotto gli occhiali neri, si veste solennemente di nero (ma sbaglia guanto perché non ci vede) e li affronta in un duello cieco ch’è una folle pagina di cinema estremo.
Tutto ci rimanda al western italiano, rimando già enunciato dal titolo/omaggio a Sergio Leone. Le armi assurde (vediamo una chitarra-lanciafiamme e una chitarra-bomba semovente radiocomandata), dunque il rovesciamento di destinazione degli oggetti. Il masochismo estremizzato della figura dell’eroe sofferente. Il romanticismo sadico. E viene dritto dritto dai film di Leone il dialogo, con le sue grandi sentenziosità (“Un uomo che non vuole niente è invincibile, cabròn”) e gli scambi ringhiosi, ironicamente superduri (Banderas a Danny Trejo: “Sei uno con le palle o te le sei giocate?” - risposta con sguardo omicida: “E mi girano anche”).
Non solo nel presente film: sono componenti ritornanti in tutto il cinema di Rodriguez, calate - naturalmente - nei colori e nei costumi di quel “Mexico” di cui l’autore è il delirante rapsodo (anche la figura del nemico col viso mostruoso coperto dalle bende, che vediamo qui, è puro horror messicano, potrebbe uscire da un film di Mendez, Urueta, Corona Blake o Curiel).
Beninteso, Robert Rodriguez non raggiunge la grandezza di un Quentin Tarantino o di un John Woo - le nuove frontiere del cinema d’azione eroica. Rodriguez ha eleganza, non profondità. Né si potrebbe negare - benché suoni spiacevolmente pignolo - che il regista messicano sia andato a calare rispetto al sistema espressivo fresco ed estremo del suo esordio “El mariachi”.
E tuttavia un regista capace di darci lo splendido “Dal tramonto all’alba”, e anche “The Faculty”, e la saga demenziale di “Spy Kids”, e soprattutto di affascinarci con le folli pazzesche esaltate sparatorie di tutto il suo cinema, un regista così - “Puta madre!” - bisogna segnarlo fra i buoni.

(Il Nuovo FVG)

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