martedì 8 gennaio 2008

Austin Powers - La spia che ci provava

Jay Roach

Poche cose sono così “disappointing” come un film demenziale fallito. Perché il demenziale non è il comico ma l’oltraggiosità del comico; si nutre del proprio eccesso su due piani (pensiamo a un capolavoro come “Scemo & + scemo” dei fratelli Farrelly): quello del fisico (la sua ossessione corporale ed escrementizia) e quello della stupidità. Mentre la “comedy” cerca di evitare la stupidità il demenziale la corteggia, ci surfeggia sopra per andare oltre, in una specie di affascinante vuoto. “Più scemo di così si muore”, diceva il grande Petrolini, che del demenziale è un anticipatore.
Se l’arrischiata scommessa del cinema demenziale con la stupidità fallisce, esso ci ricade dentro disastrosamente. E questa scommessa “Austin Powers - La spia che ci provava” la perde. Il problema del film interpretato da Mike Myers è che non fa ridere: seconda avventura dell’occhialuto agente segreto anni ’60 “scongelato” nel nostro tempo, è totalmente “unfunny”. Questa spompata parodia di James Bond (nota: e qualcuno aveva osato, due anni fa, criticare “Avengers”?) non riesce mai a mordere: battute modeste, scherzucci ovvii, dialoghi e situazioni penosamente protratte, una generale mancanza di verve (gli orrendi siparietti psichedelici con Austin Powers che danza in stile anni ’60 servono solo a mascherare la lentezza dello svolgimento). Le abbondanti citazioni cinematografiche - ma ormai il citazionismo non ha più la freschezza di quando ci sguazzavano i fratelli Zucker! - sono rovinate dalla goffaggine usa e getta con cui vengono buttate lì; carina, perché ha un senso nel film, solo quella da “Agente 007 licenza di uccidere”, sul bikini di Heather Graham e poi su quello di Mike Myers (sì, avete letto giusto). Mike Myers, che interpreta Austin Powers, il Dottor Male e Ciccio Bastardo, è abbastanza divertente come Dottor Male (una parodia di Donald Pleasence); ma l’unica persona in tutto il film che dimostra di saper recitare è la caratterista - mi spiace che mi sia sfuggito il suo nome nel cast finale - che interpreta la tedesca Frau Farbissima.
Mike Myers è un attore passabile ma un pessimo sceneggiatore (il film l’ha scritto lui con un altro sfigato di nome Michael McCullers). Non ha una vera percezione dei tempi spettacolari, neppure per le gags più fisiche: se può strappare un sorriso la più estremista, quando Austin Powers beve l’acqua in cui è conservato un escremento di Ciccio Bastardo scambiandola per caffè, quella della tenda è troppo protratta per un’idea così elementare. E’ questa specie di mania del minimo sforzo che rende irritante il film di Myers: due tre idee in tutto, orrendamente stiracchiate. Non c’è niente nel suo film che non facessero dieci volte meglio Bombolo e Alvaro Vitali e perfino Tomas Milian. (ma parlando di parodie demenziali di Bond vorrei ricordare qui il bellissimo “Le spie vengono dal semifreddo”, di Mario Bava, con Franchi e Ingrassia contro Vincent Price).
Myers non riesce a provocare neanche un attimo di simpatia per il suo Austin Powers (quando il piccolo clone del Dottor Male lo riempie di botte, è un vero gusto vederlo picchiare). Ora, di solito un film comico non è danneggiato se sceglie un protagonista brutto, gonfio e vanesio. Ma sulla faccia da schiaffi di Austin Powers si rovescia tutta l’inconsistenza del film, e ciò lo rende insopportabile.
Bisogna però anche calcolare l’impatto, devastante, dell’orrendo doppiaggio di cui si sono resi responsabili Elio e le Storie Tese e Massimo Lopez. L’orribile accento italiano dato allo scozzese Ciccio Bastardo è una porcata di doppiaggio quale non si sentiva da anni. Un doppiaggio addirittura televisivo per mediocrità: e infatti.... Massimo Lopez una volta era un comico, adesso è un canguro a “Buona domenica”; quanto a Elio e le Storie Tese, quando li abbiamo visti in tv cantare la bruttissima “Presi-dance” insieme a Raffaella Carrà abbiamo capito che erano perduti.

(Il Nuovo FVG)

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