Alain Chabat
Premessa: siccome in Italia, a differenza dell’originale francese, si è sempre scritto Asterix e Obelix, senza la é, uno si chiede che senso abbia lasciarcela nel titolo del film: “Astérix & Obélix - Missione Cleopatra”. Questa è la solita sciatteria dei distributori italiani, stretta parente, in fondo, della sciatteria analoga che li porta tanto spesso a lasciare in lingua originale i titoli dei film.
Questo è comunque l’unico sbocco di malumore possibile a proposito del gustoso film sceneggiato e diretto da Alain Chabat (che vi interpreta anche il personaggio di Cesare). Il primo film di Asterix, del 1999, diretto da Claude Zidi e decisamente inferiore a questo, reggeva nella misura in cui si atteneva al fumetto di Uderzo e Goscinny. Quanto più se ne allontanava (e lo faceva pesantemente nella seconda parte), tanto più andava giù. Credo che proprio qui si possa individuare il motivo principale della miglior riuscita del film presente, senza limitarci a postulare una maggior abilità in assoluto di Chabat rispetto a Zidi (che ci sarà pure, per carità, ma non dimentichiamo che Claude Zidi è un rispettato veterano del cinema comico francese).
Voglio dire che “Astérix & Obélix - Missione Cleopatra” fa di più che attenersi scrupolosamente al fumetto: addirittura usa l’albo originale di Uderzo e Goscinny “Asterix e Cleopatra” come sceneggiatura; ma anche di più, come un autentico storyboard. Vedi per esempio un paio di scene, quando il trombettiere viene picchiato dagli scioperanti, o quando Cleopatra crede che i Galli siano venuti a ucciderla.
Fra l’altro, quest’aderenza al fumetto originale che per tutta la pellicola si squaderna sotto gli occhi degli spettatori fa sì che non sentiamo come un’intromissione il passaggio diretto al cartone animato nella scena degli occhi che luccicano al buio all’interno della piramide. Tale “felicità filologica” si fonde con una buona sceneggiatura spiritosa, che nei suoi scherzi spazia dalle “35 ore” francesi al Darth Vader di “Guerre stellari”. I nomi proprio sono, come sempre in Asterix, piacevolissimi; fra gli egiziani si segnalano Necrosis, Cannabis e Fumalhashis; ma tutti gli spettatori ricorderanno in particolare l’operaia-sindacalista Cellularis, che aggredisce la controparte intimandogli “Voi avete 2 nuovi messaggi” e che in un’altra scena non riesce a parlare perché non c’è campo. Talvolta il doppiaggio italiano è visibilmente in difficoltà per rendere giochi e calembours - come il bisticcio, impossibile in italiano, fra lenticchie e lenti a contatto, oppure un doppio scherzo sull’alessandrino (che è anche il verso principe della letteratura francese, come l’endecasillabo da noi).
Il risultato è una piccola meraviglia. Specie per gli appassionati del fumetto: viene da gridare di entusiasmo quando appaiono - in un resa cinematografica perfetta! - i pirati, vale a dire il gruppo di comprimari forse più riuscito (un vero tormentone narrativo che compare di albo in albo) dell’intero universo asterixiano. Buoni i protagonisti, innanzitutto Gérard Depardieu, grande Obelix, e poi Christian Clavier/Asterix, Claude Rich/Panoramix, Jamel Debbouze/Numerobis. Nella parte di Cleopatra, Monica Bellucci è deliziosa. Non solo per il fisico: la sua stessa, ben nota ingenuità di recitazione e d’impostazione di voce la rende in qualche misura pupazzesca, le dà un che di fumettistico in perfetto accordo col quadro generale (nota bene: Monica Bellucci non sarà una grande attrice, ma non è comunque una squinzia tipo Valeria Marini o Sabrina Ferilli. C’è il tocco della diva in lei).
Il film tratta la sua bellezza con un tocco di vero “esprit gaulois”, lievemente inusuale per questo genere di pellicola. Il superbo sedere che occhieggia da una vertiginosa scollatura rivelata a sorpresa quando volta la schiena ai Galli (condividiamo pienamente l’espressione di apprezzamento sul volto del saggio druida Panoramix) è un vero, raro lampo di cinema.
(Il Nuovo FVG)
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