Bogdan Mureşanu
Naturalmente
un film (o romanzo) basato su fatti storici gioca sullo scontro fra
la competenza dei personaggi e quella degli spettatori. Non tutti
riescono a utilizzare questo conflitto a fini drammatici così bene
come il bellissimo L’anno nuovo che non arriva, film rumeno del
2024 uscito da noi adesso, di Bogdan Mureşanu.
Come
un Altman europeo, Mureşanu segue una serie di personaggi che non si
conoscono, una serie di vite narrative parallele, accelerando fino al
momento dell’esplosione, che è la rivoluzione del 1989, imprevista
da tutti. Noi sappiamo che il meccanismo della Storia sta girando
sempre più rapido, fino allo scoppio quando la folla in piazza
fischia il discorso di Ceauşescu; ma ai personaggi il presente
sembra grigio ed eterno. Arrivano sottotraccia notizie della strage
di Timişoara, ma non se ne parla apertamente. È uno stato delle
cose in cui si mescolano il comico e il tragico, per esempio nella
storia tragicomica appunto dell’uomo il cui bambino ha impostato
una lettera a Babbo Natale che contiene un dettaglio assai
compromettente.
Con
grande abilità narrativa, in un eccellente incrocio di toni, il film
traccia un quadro generale declinando l’oppressione nelle sue varie
sfaccettature. Quello che è terribile nel vivere sotto il
totalitarismo – come oggi sanno i russi – non è tanto la paura
quanto, al contrario, la prudenza: il prezzo del trasformare la paura
in una vaga preoccupazione che giace sul fondo della mente si paga
col piccolo compromesso quotidiano. Le piccole mediocrità
garantiscono il quieto vivere perché il prezzo dell’eroismo è
altissimo. (Poi naturalmente, caduto il regime, si scoprirà che
pressoché tutti erano oppositori nascosti. Noi italiani siamo
campioni mondiali in questo sport).
Il
Bolero di Ravel gira su se stesso col suo moto spiraliforme fino
all’esplosione della dissonanza finale. Con intelligenza, il film
lo utilizza dapprima come sottofondo sonoro per il dialogo, ma poi il
Bolero ritorna e diventa la chiave di volta sonora della conclusione,
in una bella sintesi di ritmo musicale e ritmo narrativo, dove
appaiono le immagini filmate della più commovente fra le rivoluzioni
del 1989 nell’Est europeo.

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