Gia Coppola
La
fine del “Jubilee”, uno show di Las Vegas con 55 bellezze in
topless, ha ispirato l’opera teatrale di Kate Gersen da cui Gia
Coppola (nipote di Francis Ford) ha tratto “The Last Showgirl”.
Il film si avvale di un’interpretazione viva e sensibile della
ritrovata Pamela Anderson nel ruolo della protagonista, la ballerina
Shelly; ma ricordiamo anche una grande Jamie Lee Curtis nel ruolo
della coriacea amica Annette e il bravo Dave Bautista nei panni di
Eddie, innamorato timido senza fortuna (ma chissà? Nella vita, e
questo film è molto vicino alla vita, non si può mai dire).
A
57 anni, Shelly è
ancora la
star dello
show sexy Le
Razzle Dazzle: nota l’ingenuo francesismo di quel “Le”, che
rimanda a “folies” parigine che non dicono niente all’America
volgare di trent’anni dopo. Infatti arriva
la notizia che
lo show sta per chiudere.
All’ovvia
preoccupazione
si aggiungono i problemi di Shelly con la
figlia estraniata. Shelly ha
proseguito la sua carriera facendo il possibile per lei, affidata ad
amici, ma la figlia glielo rimprovera, e disprezza quello spettacolo
“nudie” quando va a
vederlo (per i giovani
“empatia” è un termine fantascientifico).
Siamo
onesti: all’inizio l’abuso
della macchina da presa a mano è
sgradevole;
ma poi, come succede, Gia Coppola si calma, e il
film prende ala. Toccando con
sincerità tutta una serie di questioni importanti,
traccia a piccoli
tocchi impressionistici un bel ritratto convincente, dentro
quegli ambienti di sconfitta
e resistenza umana che ci ha illustrato Sean Baker. Sarà
pure un “nudie”, il suo
show, ma Shelly rivendica
il diritto
che ha una
donna di perseguire
una carriera, e che anche la
bellezza, il piacere di essere guardata, è un valore. E
la
sua apparizione “in gloria” nell’ultimo spettacolo, enunciata
solo alla fine, commuove.
(“Messaggero
Veneto”)
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