Ohku Akiko
Due anni fa la
regista giapponese Ohku (allora scritta Ooku) Akiko presentò al Festival un film
delizioso, Tremble All You Want, che presentava con leggerezza
e umorismo la vita di una giovane donna single nel momento in cui
comincia a non sentirsi più tanto giovane. Ora ritorna con My
Sweet Grappa Remedies (un film che si ama fin dal titolo,
perché Grappa è proprio la nostra grappa, cui non è
insensibile la protagonista). Questo film intimista è tutto giocato
su una “voce di pensiero” che guida la narrazione; ed è una
descrizione quasi clinica ma empatica e gentile della depressione.
Yoshiko (la brava Matsuyuki Yasuko) è una donna che ha sofferto in
passato – i dettagli non vengono rivelati – e ora è chiusa,
“cammina all'indietro”, come dice di sé (e lo fa sul serio, in
strada, un paio di volte). Caratterizzazione umanissima, vive le sue
giornate oscillando fra depressione e sbocchi di ottimismo, fra
problemi con la bicicletta che tratta come un pony ma parcheggia
sempre in divieto e sorsi di grappa/vino/sakè nei momenti liberi.
Un'amica di nome Wakabayashi (spiritosa interpretazione di Kuroki
Haru) è l’esatto opposto di lei e cerca di aiutarla; poi compare
un uomo più giovane, nasce un triangolo d’amicizia, e forse si
prospetta l’amore. Peraltro il film lascia nei personaggi un
elemento di voluta ambiguità a causa della rigida focalizzazione
interna su Yoshiko. In altre parole: cosa sappiamo degli altri, al di
là di quello che vediamo? Questo film rende bene come pochi la
condizione umana di essere “all'interno” di noi stessi, e vedere
il mondo, e le altre persone, da fuori.
Anche
se non c’è l’elemento di comedy di Tremble All You
Want, My Sweet Grappa Remedies è un film bello
quanto intenso. Ooku Akiko possiede una grande umanità e sa
esprimerla nei suoi film. Ha una cosa in comune con Eric Rohmer: la
capacità di caricare di significato le azioni più quotidiane, non
dando loro un significato simbolico (questo lo sanno fare quasi
tutti), ma proprio come frammenti di vita.
Messaggero
Veneto
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