sabato 5 maggio 2018

Wolf Warrior II

Wu Jing

Se Operation Red Sea di Dante Lam sembra un film di James Bond, coi suoi travestimenti e infiltrazioni, per l'analogo Wolf Warrior II possiamo riferirci al secondo e terzo Rambo (compreso l'aspetto masochistico/sacrificale) – come mostra anche la fabbricazione di un'arma di fortuna, la balestra con frecce avvelenate. Non può essere casuale la somiglianza strutturale, di sceneggiatura, fra il film di Wu Jing e quello di Dante Lam (inizio coi pirati, centralità nave da guerra cinese, evacuazione civili cinesi da una guerra civile, perfino lo scontro fra carri armati): come succede in America, ma anche in Cina, sembra che ci sia stata una gara a realizzare la stessa storia. Vince di sicuro Wolf Warrior II, che mescola l'azione a un protagonista ben definito, con una backstory e una certa pregnanza interpretativa, a differenza delle figure umbratili dell'altro film.
Wolf Warrior II e Operation Red Sea sono esempi eclatanti della hollywoodizzazione del cinema di blockbuster cinese, che dispiace, perché rappresenta la perdita delle caratteristiche nazionali a favore di una sorta di “cinema fotocopia”. Un processo non concluso ma molto avanzato – e se dico non concluso è perché si mantengono alcune ingenuità ed errori di sceneggiatura che Hollywood non commetterebbe. Un esempio: il film delineando la situazione all'inizio non insiste a sufficienza su quella malattia tipo Ebola che in seguito ha un ruolo così importante nel plot. Detto ciò, Wolf Warrior II è molto divertente e batte senza fatica il suo gemello/concorrente, sia come tessitura generale (qualche ingenuità a parte) sia per la bellezza di alcune scene d'azione: cito in particolare la battaglia contro i droni e quella fra carri armati.
Sul piano della sociologia della cultura, poi, il film è interessantissimo come raffigurazione nazionalistica di un impero in ascesa. C'è però un particolare interesse nella sequenza della demolizione della casa della vedova, con gli speculatori edilizi potenti e crudeli e la polizia che li appoggia: una pennellata di realtà sulla nuova Cina che fa da contraltare al trionfalismo imperial-patriottico del film. 

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