sabato 17 maggio 2014

Barber's Tales

Jun Robles Lana

Barber's Tales si apre sulla voce narrante di una testimone che parla del passato: ovvero consegna alla dimensione irrevocabile del passato e della memoria tutta la storia di Marilou. Questo conferisce all'intero film un senso fatale.
Tuttavia il suo carattere tragico non gli impedisce di essere estremamente piacevole, e anche spiritoso. Questa non è incertezza di tono ma al contrario capacità di abbracciare la pienezza della vita. Il film si articola su due linee narrative abilmente bilanciate che si oppongono, si rincorrono, sfumano l'una nell'altra, fino a fondersi perfettamente. Da un lato il dramma politico, presente in sottofondo fin dall'inizio del film (vediamo su un giornale che il presidente Marcos ha dichiarato lo stato di emergenza) e destinato via via a emergere; dall'altro lato, il racconto di vita popolare sulla (breve) carriera della protagonista come barbiere.
Infatti, dopo la morte improvvisa del marito di Marilou, il piccolo villaggio è rimasto senza barbero. Lei, che ha imparato l'arte dal marito, decide di prendere il suo posto, scandalizzando tutti: il primo barbiere donna a memoria d'uomo! Si crea, a partire dalle amiche Tessie e Susan, un'alleanza femminile a suo sostegno; anche le prostitute del bordello locale mandano da Marilou i propri clienti – minacciando in caso contrario di rivelare alle loro mogli dove passano le serate.
Sono quadretti di vita locale assai vivi, con schizzi di figure ben delineate, come il saggio prete del paese (delizioso il momento in cui in chiesa prima di far la predica fa pubblicità a Marilou) o Susan che soffre per il marito maniaco del sesso: impagabile il suo viso gelido quando racconta a Marilou la propria buffa (ma non per il marito) vendetta, impagabile l'espressione dell'altra a sentire.
Ma questa non è una commedia paesana. Mentre il villaggio vive la sua vita sonnolenta i giovani combattono contro la dittatura di Marcos, i militari perquisiscono e arrestano, di notte risuonano spari in lontananza. Anche attraverso un'imprevedibile amicizia, Marilou si trova spinta verso la ribellione. E qui si riforma quell'alleanza femminile che avevamo visto prima in forma quasi da commedia per supportare il negozio di barbiere; si riforma come solidarietà alla ribelle (esplodendo nella scena solenne della processione).
Barber's Tales sarebbe inconcepibile senza l'interpretazione davvero monumentale di Eugene Domingo. Gli spettatori di Udine già la conoscono come grande attrice, sia sul versante comico che su quello drammatico – ed anche capace di impartirci, sul côté brillante della sua produzione, una superba lezione autoironica sulla recitazione in The Woman in the Septic Tank. Tuttavia anche chi la conosce resterà stupefatto di fronte alla controllata potenza della sua recitazione in Barber's Tales, che raggiunge un'altezza non vista finora - tutta giocata sul sottotono, sull'efficacia degli sguardi, dell'espressività del viso. Il suo quadro di donna abituata alla sofferenza (tanto nelle situazioni cupe di cui abbonda il film quanto in quelle grottesche, come i tragicomici isterismi della grassa sorella del morto) non richiede più che un primissimo piano silenzioso, attraverso il quale Eugene Domingo fa passare una carica memorabile di intensità umana. Per questa vibrazione umana che si trasmette direttamente allo spettatore, si potrebbe spendere addirittura il nome di Anna Magnani.

(Catalogo)

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