domenica 12 maggio 2019

Eerie

Mikhail Red


Mikhail Red, regista filippino figlio d'arte, aveva già girato un film interessante, Birdshot, in cui la prima parte aveva un'atmosfera (appunto...) eerie, mentre la seconda, diciamo poliziesca, prendeva tutt'altra direzione. Ora si butta nell'horror vero e proprio, e ne realizza uno assai notevole. Come nel capolavoro Seclusion di Erik Matti, l'incrocio di terrore e di ambientazione legata al cattolicesimo produce risultati eccellenti.
La storia si svolge a Santa Lucia, un istituto religioso per ragazze gestito da suore severissime (non fa meraviglia che quando si riuniscono in cappella si canti il Dies Irae). L'unica laica della scuola è la consulente psicologica Miss Pat . L'istituto Santa Lucia è infestato dal fantasma di una educanda, Erika, che si è impiccata in un gabinetto anni prima. Ora, Pat ha qualità paranormali e riesce a vedere e parlare col fantasma di Erika, il quale però è molto ambiguo nelle loro conversazioni. Siccome nell'istituto accadono cose terribili, per Pat è urgente scoprire cos'è veramente successo.
Eerie è intelligente e ricco di suspense. Vero che c'è una certa tendenza ad appoggiarsi molto sugli effetti sonori e anche sulla consueta situazione dell'avvicinarsi a un personaggio di spalle (quando si volta, si sa già che non ti piacerà quello che vedi); però sono difetti minori rispetto alla logica e alla coerenza con cui il film è condotto: mantiene il mistero tanto da realizzare una specie di autentico film giallo dell'orrore, e senza quelle sbavature logiche che caratterizzano certi horror locali. Come in quasi tutti i buoni horror, il vero terrore ancor più che il mostro è il dolore umano.
Il film è interamente attraversato dal tema dello sguardo. Conviene ricordare che Santa Lucia fu martirizzata cavandole gli occhi, e infatti nell'iconografia è rappresentata con in mano un piatto coi suoi occhi sopra – come vediamo nella statua davanti all'istituto. Occhi cavati della statua, occhi che piangono sangue, specchi, fotografie rivelatrici, perfino (particolare intelligente!) le lenti a contatto di Pat, tutto si collega alla visione; e ciò rappresenta una linea rossa che aggiunge compattezza al film.

Nessun commento: