martedì 9 maggio 2017

Vampire Cleanup Department

Chiu Sin-hang & Yan Pak-wing

Gli hongkonghesi sono impegnati in tutti i modi a difendere la loro eredità e la loro specificità culturale, a partire dalle strade e gli edifici fino alla lingua cantonese. Direi che perfino un grazioso piccolo film senza pretese come questo rientra a suo modo in questo contesto – a Hong Kong anche la nostalgia è un atto politico.
E questo è certo un film basato sulla nostalgia. Vampire Cleanup Department non è un horror, e non sarebbe corretto neanche definirlo una horror comedy: è una commedia sentimentale in salsa horror, e un omaggio viscerale al vecchio cinema degli hopping vampires e più in generale al vecchio cinema di HK (proprio alla commedia cantonese si richiamano alcuni dialoghi veloci). Lo dimostra il recupero di un'autentica icona del vecchio cinema hongkonghese come Richard Ng.
Il giovane cacciatore di vampiri, ultimo arrivato nel team, si innamora della bella vampira, la nasconde e segretamente la rende umana; la pagina in cui lei per amore impara a camminare invece che saltellare com'è proprio della sua specie è spudoratamente romantica, e commovente: verrebbe da pensare a un Frank Borzage delle “pratiche basse”. Manca comunque l'happy end – se non per la via traversa della reincarnazione.
Il giovane attore Babyjohn Choi è corretto, ma quella che più colpisce è la sua partner, Lin Min-chen. Regge con grazia e grande sicurezza una parte difficile, perché si tratta di partire dalla rigidità espressiva della donna-vampiro catatonica tradizionale e incrinarla a poco a poco man mano che comincia a ritornare l'umanità. La scena della cena in casa della nonna del protagonista (interpretata da un'altra veterana del cinema hongkonghese, Susan Shaw) è assolutamente deliziosa – con lei che ha appena imparato a sorridere e non capisce bene quello che le succede intorno, e allora sorride con aria perplessa lasciando intravedere i canini appuntiti.

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