domenica 6 settembre 2009

L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri

Carlos Saldanha e Mike Thurmeier

Mosso e divertente, sebbene inferiore agli esempi migliori dell'attuale grande stagione del cartoon americano, “L'era glaciale 3 – L'alba dei dinosauri” riprende un vecchio mito del cinema (e della letteratura popolare a partire almeno da Sir Arthur Conan Doyle): il Mondo Perduto: un luogo segreto dove l'evoluzione si è fermata e sopravvivono i dinosauri. Lo sciocchissimo bradipo Sid cade in una vasta grotta sotterranea e, desiderando una vita familiare, ha la bella idea di appropriarsi di tre grosse uova che ha trovato; ma si tratta di tre uova di dinosauro. Lui prova comunque ad allevare i tre feroci cuccioli (“Sono una mamma single con tre figli, avrò diritto a un po' di comprensione!”). Va detto, un colpo basso della distribuzione è che il trailer ha già fatto conoscere in anticipo agli spettatori le gag più divertenti: come il tentativo, degno di un “American Pie” preistorico, di procurarsi del latte mungendo un bufalo addormentato – per accorgersi troppo tardi che è maschio.
Si capisce che poi arriva furente la vera madre (come nel “Mondo perduto” di Spielberg, che ha solo il titolo in comune con quello di Conan Doyle) e la ricerca di Sid, rapito da mamma dinosaura e portato nel suo mondo, coinvolge tutto il gruppo di protagonisti fissi della serie, il cui tradizionale aspetto di comedy si traduce qui in una versione leggermente più avventurosa.
In tutti i vari racconti, il Mondo Perduto - cosa ancor più chiara quando si trova sotto la superficie, e vale anche per “Viaggio al centro della Terra” di Verne - è un autentico “piano di sotto dell'evoluzione”: il rispuntare di uno stadio che dovrebbe essere morto e superato. E' appropriatissimo dunque che il ponte su cui i nostri eroi si avventurano per raggiungere il mondo sotterraneo sia un immenso scheletro di dinosauro: la morte che non è morta, in quanto serve ancora da tramite; e che nel finale questo scheletro vada a pezzi: il ponte scompare, le ossa si sparpagliano, il passato è sigillato (quindi in realtà non è l'alba dei dinosauri ma il loro tramonto).
Il Mondo Perduto rappresenta il “piano di sotto” anche nel senso della psicologia del profondo (c'è un'interessantissima pagina in merito in Conan Doyle, in cui il suo professor Challenger si rispecchia in uno scimmione). Il luogo dei dinosauri non è tanto un altro luogo quanto un altro tempo. Anche qui; non vale l'obiezione che siamo comunque nella preistoria; non perché pur essa è divisa in stadi evolutivi ma perché i protagonisti della saga de “L'era glaciale” sono americani di oggi sotto il travestimento peloso di mammut, tigre dai denti a sciabola e bradipo. Infatti nel film c'è un 'opposizione fra questi “animali preistorici” umanizzati (il mammut prepara per il suo nascituro una stanza dei giochi) e i dinosauri mostruosi e bestiali: animali-animali che danno la caccia ad animali-uomini. Dove i tre piccoli di dinosauro adottati da Sid non realizzano se non comicamente e ingannevolmente la figura del bambino - che invece è esplicata in tutte le sue connotazioni dalla mammutina (si dice così?) appena nata.
Tuttavia - in questo pare inevitabile vedere un elemento di debolezza della serie - il punto massimo di attenzione, l'eroe non eponimo, il simbolo della saga non sono i tre protagonisti ma un personaggio laterale: il proto-scoiattolo zannuto Scrat, la cui caccia infinita e fanatica (oggettivamente drammatica) a una ghianda che gli sfugge sempre lo ritaglia dal contesto presente per accomunarlo piuttosto a una diversa tradizione del cartoon americano: la Warner Bros. Pur apparendo come una sorta di indipendente controcanto slapstick di queste storie, Scrat ne è il personaggio più riuscito e attraente (la sua esperienza di pre-morte con la visione del paradiso delle ghiande ne “L'era glaciale 2” è destinata a restare la vera pagina indimenticabile di tutto il ciclo).
Con “L'era glaciale 3” Scrat trova una compagna, Scrattina, splendidamente caratterizzata come una foxy lady cinica e sensuale, finché non s'innamora - una Jessica Rabbit pelosa. E davanti al matrimonio Scrat si trova di fronte al grande problema di tutti gli eroi avventurosi seriali. Perché il matrimonio lo fa uscire dalla dimensione atemporale (e sì, il matrimonio fa passare dall'Avventura alla Storia - lo sanno anche gli esseri umani). L'opposizione base della serie dell'“Era glaciale” è quella tra la dimensione vettoriale (da A a B passando per una serie di complicazioni) delle peripezie dei tre protagonisti e la dimensione circolare dell'eterno correre di Scrat, che né conquista definitivamente la ghianda né rinuncia. E' questo che gli dà una sorta di solennità eroica, perché mette in evidenza più il movimento che l'obiettivo sadicamente sfuggente: e questo movimento è di per sé eroico (che cos'è l'eroismo? E' la determinazione). Così ora Scrat deve fare i conti con la grande polarità dell'immaginario maschile: la donna o la ghianda? E' il caso di dire: Scrat, sei tutti noi.

(Il Nuovo FVG)

Nessun commento: